Svitlana Hryorchuck è una sindacalista dell’Usb, sigla per la quale si occupa di fornire assistenza e consulenza agli stranieri presenti sul territorio di Napoli. È ucraina, orgogliosa di esserlo. Scoppiata la guerra il 24 febbraio con le prime operazioni militari dell’invasore russo, si è immediatamente attivata per aiutare il suo popolo. Ha raggiunto dall’Italia con la sua auto in diverse occasioni il confine con la Romania, dove nel frattempo si sono ammassati centinaia di migliaia di profughi costretti alla fuga e bisognosi di aiuto. Tra questi, i suoi genitori che ha ritrovato con non poca fatica nei giorni scorsi.
L’aiuto non solo ai familiari
Svitlana però non si è limitata soltanto a mettere in salvo sua madre e suo padre scappati anch’essi dall’Ucraina: ha continuato a unirsi all’esercito di volontari che sta dando quanta più assistenza possibile ai cittadini dell’Ucraina sott’assedio fuggiti grazie ai corridoi umanitari. Con sè in Romania ha portato una lista di nomi di figli e genitori che le donne ucraine di Napoli e dintorni sostenute grazie alla sua attività sindacale le hanno consegnato. La speranza è di ritrovarli tutti per permettere loro di ricongiungersi con i familiari.
«Ci sono volontari di tutto il mondo ad aiutare ma mancano i governi con i loro milioni» afferma polemicamente la Hryorchuck che ritiene normale quanto stia facendo non volendo perciò elogi. «Spero soltanto di essere utile a chi ne ha bisogno» aggiunge Svitlana che è appena stata a Suceva, città della Romania al confine con la frontiera di Porubne dove sorge la città ucraina di Chernivtsi.
Fra poco la sindacalista Usb tornerà in Italia per preparare un altro carico di aiuto composto da cibo, medicinali, indumenti e sostenere chi non ha più nulla. «Il confine della Romania non regge – denuncia Svitlana – Ogni giorno la frontiera è attraversata da tanti rifugiati, compresi disabili, bambini e anziani».
Per diffondere il messaggio di pace Svitlana, che indossa una divisa dei vigili del fuoco, ha inaugurato un gioco intitolato: “Non si corre più dal bum bum, ma amiamo tutti” rivolto soprattutto ai bambini letteralmente traumatizzati dalla guerra. «Le persone dell’Ucraina, a partire dai bambini, hanno bisogno d’aiuto, non si può lasciarli soli».
I numeri dei profughi in Romania
I confini maggiormente sotto stress, anche per motivi di contiguità geografica con l’Ucraina, sono quelli con la Polonia – come raccontato in altri nostri articoli – e la Romania. In relazione al secondo caso, Svitlana Hryorchuck fornisce dati inequivocabili. «Le autorità romene hanno parlato di oltre 200.000 rifugiati che hanno attraversato la frontiera. Di questi, 25.000 sono stati smistati in albergo e nelle case abitate da loro familiari. Le persone sono sotto la neve e al gelo, sono disorientate. La comunità internazionale ci ascolti e agisca. Queste persone se non muoiono a causa della guerra, rischiano di morire per l’emergenza umanitaria».