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domenica, Maggio 19, 2024
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Tentó di derubare il figlio del boss di Lauro, la ‘vendetta’ affidata a quelli delle Case celesti

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Un omicidio cruento maturato per un ‘affronto’ intollerabile. È la storia di un giovane rom ammazzato perché tentò di derubare uno dei figli di Paolo Di Lauro. A raccontare l’episodio è stato Luca Menna, uno dei collaboratori di giustizia le cui dichiarazioni hanno fatto ‘tremare’ i vertici degli Amato Pagano. La ricostruzione risalgono al periodo precedente la faida quando non si era consumato lo strappo tra i Di Lauro e gli Scissionisti. Di Lauro si rivolse a Gennaro Marino, allora ras delle ‘Case Celesti”, per uccidere un rom del campo di Scampia e che, Di Lauro, aveva saputo aver tentato di “prendersi i soldi dal più piccolo dei suoi figli”.

La ‘vendetta’ è affidata al gruppo di Marino, di cui fa parte anche Menna A quest’ultimo, il ras delle ‘Case Celesti’ affida il compito di localizzare il bersaglio. Dopo vari appostamenti la vittima fu seguita e, quando arrivò a Melito davanti alla chiesa, partì il segnale ai killer che giunsero in sella a due grosse moto che si avvicinarono all’auto del rom per accertarsi che alla guida ci fosse realmente la vittima designata, poi il killer sparò con un arma che montava uno dei silenziatori costruiti da Marino. “La cosa che mi lasciò sorpreso – ha riferito Menna – è che nessuno capì niente, non si sentì niente… la vittima si accasciò sul sedile come se stesse dormendo”. Solo quando una donna appena uscita dalla chiesa si avvicinò all’auto scoppiò il panico”.
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