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lunedì, Maggio 20, 2024
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Terra dei fuochi, il monito del Vescovo Di Donna: “Difficile che qui saranno fatte bonifiche”

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È difficile che qui saranno fatte bonifiche“, ha detto monsignor Antonio Di Donna, vescovo di Acerra. Il vescovo e presidente della conferenza episcopale campana è intervenuto nell’ambito di un incontro con altri prefetti e sindaci e una deputata M5s. Le parole del vescovo accendono la luce sul tema della terra dei fuochi e del dialogo sull’argomento tra le istituzioni.

Le parole del vescovo Di Donna: bonifiche non probabili, ancora emergenza rifiuti ad Acerra

Antonio Di Donna, vescovo della diocesi di Acerra e presidente della conferenza episcopale campana, ha parlato così all’incontro sui rifiuti: “Il tema delle bonifiche è molto aspro, non so cosa sarà fatto, ma credo che sarà difficile che qui saranno fatte“. Pessimismo dunque sulla possibilità di bonificare il territorio di Acerra, tra i più martoriati per la problematica della terra dei fuochi, da parte dell’uomo di chiesa. All’incontro svoltosi nella biblioteca diocesana erano presenti, oltre al monsignor Di Donna, i prefetti di Napoli e Caserta, i sindaci di Acerra e di Giugliano, la deputata 5 Stelle Auriemma e esponenti di forze dell’ordine e associazioni. Punto dell’incontro far luce sulle tematiche della terra dei fuochi e sul da farsi per sbloccare la situazione.

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La speranza è il dialogo tra le istituzioni

Vorrei essere più ottimista sulle bonifiche, ma almeno da questo incontro è emersa soprattutto – continua il vescovo Di Donna – la volontà chiara, espressa dal Prefetto di Napoli, di far dialogare tra loro le istituzioni perché non sempre c’è un dialogo soprattutto sul tema del contrasto alle terre dei fuochi. La luce in fondo al tunnel per Acerra sul tema rifiuti è allora rappresentata dal dialogo tra le istituzioni, prima forma di contrasto all’immobilismo politico che ha portato alla situazione attuale di stallo.

Il “triangolo della morte” Acerra-Marigliano-Nola abbandonato a sé stesso

È spiazzante come per la zona di Acerra si riservi un tale trattamento di fronte all’emergenza rifiuti. La zona Acerra-Marigliano-Nola è non a caso additata tristemente con il nome di triangolo della morte proprio a causa della concentrazione di morti per tumore nella regione, fenomeno strettamente collegato agli sversamenti illegali di rifiuti. Per anni e anni sono stati sversati rifiuti, come nel caso delle ottomila tonnellate di fanghi industriali provenienti da Porto Marghera, con il benestare dei clan mafiosi locali.

L’elevata presenza di diossina causata dai roghi tossici e l’attività delle aziende locali non può non essere collegata alla media delle morti per tumori, di gran lunga superiore alle altre zone d’Italia e della Campania stessa. E per questa serie di ragioni l’intervento nella zona dovrebbe essere una priorità per i sindaci e per i governatori non solo locali, ma nazionali, a dispetto delle difficoltà burocratiche.

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