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Tornano a Napoli due importanti opere d’arte, erano state rubate e portate all’estero

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Tornano a Naoli due importanti pezzi del suo patrimonio storico, artistico e culturale della città. Si tratta di due celebri dipinti:  L’Oracolo di Delfo, olio su tela pittore napoletano Camillo Miola, ed Il Ritratto di Vittorio Emanuele III dell’artista calabrese Achille Talarico. Le due opere d’arte trafugate, da sempre di proprietà dell’ex Provincia di Napoli, sono state restituite dopo svariati decenni trascorsi all’estero dove si trovavano illecitamente.

La conferenza stampa di presentazione

Un’opera d’arte rubata è come un latitante. Solo che a differenza del latitante, che parla, telefona e si muove, l’opera è fredda e dunque è ancora più difficile cercarla all’estero. L’operazione fatta con il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio e il Ministero ha consentito di recuperare alla nostra città queste importanti opere e di restituirle alla collettività perchè l’opera d’arte deve essere fruita da parte di tutta la collettività“, ha dichiarato Giovanni Conzo, procuratore aggiunto della Repubblica che ha presieduto le indagini a livello nazionale ed internazionale, in occasione della cerimonia di presentazione all’interno della sala Cirillo nel palazzo Matteotti.

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La conferenza stampa è stata accompagnata da un quartetto di archi del liceo musicale “Margherita di Savoia” ed ha ripercorso le note di alcuni brani di Jean Philippe Rameau e Marc-Antoine Charpentier. C’è stata la partecipazione di tanti altri volti istituzionali. Significativa è stata infatti la presenza del sindaco Gaetano Manfredi, accanto a quella del Gen. Div. Francesco Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Inoltre era presente Luigi La Rocca, capo del Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura, e tanti altri ancora.

Oggi è davvero una giornata di festa per il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale che è riuscito a recuperare questi due importanti dipinti anche grazie a una banca dati che consta di un milione e 300mila files, capace di sfruttare le capacità dell’intelligenza artificiale con la quale stiamo continuando a cercare altre opere d’arte” ha commentato in una nota il Comandante Gargaro, affermando così le grandi potenzialità dei sistemi di ricerca e di contrasto del traffico illegale di beni.

Il caso de L’Oracolo di Delfo e il contenzioso con il Getty Museum

Il primo quadro, ossia L’Oracolo di Delfo, è un dipinto risalente al 1880 e attribuibile al celebre Camillo Miola, meglio conosciuto con il suo nome d’arte Biacca. L’anno seguente, nel 1881, la Provincia di Napoli lo acquistò per 3.500 lire. Poi qualche anno dopo, nel 1912, entrò a pieno titolo nel catalogo dei beni dell’ente di Piazza Matteotti. Ma purtroppo nel secondo dopoguerra l’opera attraversò l’Oceano: nel 1972 confluì nelle sale del museo californiano di Los Angeles Getty Museum, passando per il mercato antiquario statunitense.

Tuttavia non c’erano dubbi sulla provenienza del dipinto, stando a quanto si leggeva sul sito web della collezione del museo americano: “dalla Pinacoteca provinciale di Napoli“. Si tratta di un piccolo dettaglio al quale gli studiosi americani non hanno prestato troppa importanza, dal momento che il diritto statunitense non prevede l’inalienabilità delle collezioni pubbliche. Ma ciononostante non è sfuggito agli occhi degli studiosi italiani che hanno offerto il loro importante contributo ai tentativi di recupero dell’opera messi in campo dalla Procura di Roma. Così si è aperta una lunga parentesi di dispute durante la quale il museo californiano era fermamente convinto di aver acquisito legalmente il bene. Ma gli italiani non si sono mai arresi. Infatti in seguito a numerose battaglie legali hanno indotto il museo californiano ad alzare bandiera bianca, che ha finalmente riconosciuto l’esportazione illecita dell’opera d’arte.

La Procura di Roma aveva fatto la confisca dell’opera di Camillo Miola e di altre opere che erano presenti al Getty Museum di Los Angeles, rimaste in esecuzione per diversi anni, abbiamo avuto modo di ascoltare il direttore del Museo che poi ha restituito le opere. Da napoletano il ritorno di quest’opera mi rende particolarmente orgoglioso“, ha affermato il procuratore Conzo.

Il Ritratto di Vittorio Emanuele III e il caso dell’asta nel 2023

Per quanto riguarda la seconda opera d’arte, denominata Il Ritratto di Vittorio Emanuele III, si tratta di un altro olio su tela firmato dal genio artistico di Achille Talarico nel 1902. Il dipinto, realizzato sulla base di uno scatto fotografico nel 1900 all’antico re d’Italia, nacque su commissione della Provincia di Napoli nel 1901 per l’aula consiliare della chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli. Poi, dopo essere stato smarrito per svariati decenni, è stato localizzato e sequestrato in Italia in occasione della pubblicazione sul sito di una casa d’aste nel 2023. Le indagini, condotte questa volta dal Nucleo TPC di Napoli e dirette dal Comandante Maggiore Massimo Esposito, sono pervenute a un acquirente privato, ignaro della provenienza illecita dell’opera d’arte in base alle ricostruzioni fatte.

Le parole del sindaco Gaetano Manfredi

E’ particolarmente emozionante per tutti noi accogliere due dipinti della nostra Collezione d’Arte che tornano finalmente a casa grazie all’eccezionale lavoro della magistratura e del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale che ringrazio a nome di tutto l’Ente, a cui va tutta la mia riconoscenza“, ha dichiarato il primo cittadino Gaetano Manfredi.

Il recupero de L’Oracolo di Delfo di Camillo Miola è stato possibile solo grazie a un intenso lavoro investigativo. La foto del dipinto sulla copertina del rapporto annuale 2023 del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ci rende particolarmente orgogliosi”.

“L’altra opera, invece, Il Ritratto di Vittorio Emanuele III di Achille Talarico era stata commissionata proprio a inizio Novecento dall’allora Provincia di Napoli – ha proseguito Manfredia testimonianza del ruolo che l’ente aveva nella promozione delle arti a Napoli tra fine Ottocento e inizio Novecento e ci ha portato ad avere una prestigiosa collezione d’arte di oltre 500 opere. Stiamo lavorando per la piena valorizzazione di questo patrimonio artistico con un lavoro intenso che sfocerà nei prossimi anni nell’esposizione permanente delle opere più significative nel complesso di Santa Maria la Nova“, ha concluso il sindaco, evidenziando come l’ingresso nella loro città natale delle due opere d’arte è da ritenersi un importante traguardo nell’ambito della lotta contro il traffico illecito di beni culturali.

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