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domenica, Aprile 28, 2024
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Ucciso dall’amianto, risarcimento di un milione per la famiglia del sottufficiale napoletano

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Il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa a un risarcimento complessivo pari a un milione 300mila euro. Il risarcimento è per la morte del sottufficiale della Marina Militare Camillo Limatola, napoletano. L’uomo morì il primo agosto del 2013, all’età di 59 anni, a causa di un mesotelioma da esposizione ad amianto. Lo rende noto l’Osservatorio Nazionale Amianto, presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni. Per il quale la sentenza è “fondamentale per il riconoscimento anche del danno psicologico sofferto dai familiari delle vittime“.

La sentenza del giudice Patruno: “Assenti adeguati sistemi di protezione a bordo”

Il giudice Claudio Patruno, nella sentenza emessa lo scorso 27 luglio, ha spiegato che dagli atti emerge la frequente presenza dell’amianto “negli ambienti in cui il Limatola ebbe a svolgere servizio sia a bordo delle navi in cui lo imbarcarono“. Il giudice ha evidenziato “l’assenza di fornitura di tute, guanti e maschere filtranti“. Come anche la mancanza di “adeguati sistemi di depurazione dell’aria, o sistemi di isolamento sicuro del minerale“. “L’attività dell’equipaggio imbarcato – scrive ancora il giudice – avveniva inoltre in locali abbastanza angusti. Cosa che favoriva un’alta concentrazione delle fibre di amianto nell’aria“.

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La storia del sottufficiale della Marina Militare Camillo Limatola, ucciso da un mesotelioma causato dall’amianto

Limatola è stato dipendente della Marina tra il 1973 e il 1978, nella base militare de “La Maddalena”, in Sardegna. Dopo avere lavorato nella base di Napoli, città di cui era originario e in cui vive tuttora la vedova, si imbarcò sull’incrociatore Vittorio Veneto. Nel 2011, purtroppo, gli diagnosticarono un mesotelioma che non gli ha lasciato scampo. Prima di morire era riuscito ad ottenere il riconoscimento di vittima del dovere e la liquidazione della speciale elargizione e dei doverosi riconoscimenti ai familiari. Questi riuscì ad ottenerli solo dopo numerose diffide del presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Avv. Ezio Bonanni, legale della famiglia.

La dichiarazione dell’avvocato della famiglia Limatola

Anche nella sede della base della Marina Militare di Napoli – si legge sempre nel dispositivo – il minerale era stato ampiamente utilizzato. Sia in forma compatta che fibrosa, ed anche in questa sede il personale lavorava senza adeguata protezione. La situazione della base di Napoli è stata peraltro confermata dalla documentazione di indagine della Procura della Repubblica di Padova“.

 

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