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Sanità, l’allarme di De Luca: “Divario tra Nord e Sud è ancora ampio”

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Il divario tra Nord e Sud in ambito sanitario è ancora ampio e c’è la necessità di unificare l’Italia soprattutto in termini finanziari. Lo sottolinea il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, agli Stati generali della prevenzione.

“Dobbiamo lavorare per unificare l’Italia”

“Dobbiamo lavorare per unificare l’Italia, il primo problema è quello finanziario perché ci sono divari insostenibili tra regioni del Nord e il complesso delle regioni del Sud” afferma il Presidente della Regione Campania nel suo intervento di chiusura agli Stati generali della prevenzione. Ad ascoltarlo in platea c’è il Ministro Schillaci e il sottosegretario della salute Gemmato. “Siamo ancora sotto di 200 mln di euro, ogni cittadino campano riceve 32 euro in meno rispetto agli altri cittadini. Ci decidiamo a dare le stesse risorse a tutti i cittadini italiani?” Tuttavia la Campania presenta tutte le condizioni per superare il Piano di rientro, come afferma il Presidente De Luca.

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I passi avanti della Campania in sanità 

Il Presidente della Regione Campania sottolinea anche i miglioramenti raggiunti dalla Campania, al di là del divario regionale ancora presente. In Italia sul bilancio sanitario i risultati di esercizio si vedono in alcune Regioni in particolare: Campania, Lombardia, Veneto e Marche. Inoltre, Vincenzo De Luca spiega come la Campania abbia raggiunto il primato in Italia per liste di attesa.  “Oggi per la prestazioni richieste, urgenti e brevi, entro 10 giorni rispondiamo al 92% delle visite, un risultato inimmaginabile.” De Luca ricorda inoltre che la Regione Campania ha ereditato nel 2015 un debito sanitario per 7 miliardi di euro. “Siamo partiti come ultima Regione italiana per Lea (Livelli essenziali assistenza), abbiamo superato le criticità e il commissariamento, è rimasta per aria una grande criticità: la legge che prevedeva il riparto del Fondo sanitario nazionale per 3 criteri è stata violata per 10 anni, la Regione Campania è stata penalizzata ogni anno per 200 milioni di euro sulla media nazionale, perché è stato applicato solo un criterio del riparto, l’età anagrafica. La Campania ha così 10mila medici in meno, la dotazione minore di posti letto; ci sono 10,9 medici per mille abitanti rispetto ai 19 dell’Emilia Romagna”. 

 

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