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venerdì, Aprile 19, 2024
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Vincenzo e Antonella, il racconto di due ragazzi di Giugliano: “Da Nord a Sud il coronavirus preoccupa tutti”

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Nord e Sud. L’Italia divisa in due. Le immagini delle persone letteralmente scappate dalla regione Lombardia hanno fatto il giro del mondo. Giovani e adulti fuggiti dalla fatidica zona rossa per raggiungere i propri cari. Tra la possibile diramazione del virus ed il riabbracciare mamma, papà e figli, alcuni italiani hanno scelto la seconda.

“Siete dei folli. Statevene al Nord”, questa la frase più diffusa. L’Itala spaesata è blindata contro il virus ha iniziato dapprima ad insultarsi poi a mandarsi messaggi solidali. Tra quelli che non sono riusciti a resistere alla tentazione di rientrare a casa e quelli che hanno comodamente giudicato dal divano di casa c’è la categoria dei corresponsabili che ha agito moralmente.

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Come Vincenzo, 27 anni ingegnere di Giugliano che vive a Milano.

“Quanto è dura vivere ora, lontani da casa. Il CoronaVirus ci sta preoccupando, ci sta stancando, ci sta mettendo a dura forza. Sono a Milano da circa due anni e non mi era mai successo di dover vivere segregato in casa, vivere con la paura di salutare gli amici, vivere con la consapevolezza di non poter tornare a casa mia, quella vera, al Sud, a Giugliano per abbracciare mia mamma che, da grande donna, riesce a tranquillizzarmi a distanza, riesce a farsi sentire forte. Ma quanto è dura per una mamma sapere che il figlio vive da solo, nella zona rossa e che qualsiasi necessità primaria, lo esporrebbe a rischi ? Tutte le mamme avrebbero voluto i propri figli vicino ma questa volta no, non sarebbe stato corretto. Ho preferito rimanere a Milano, lavorare da casa, vivere per un’altra settimana in casa ma l’ho fatto per amore, per amore della mia gente, della mia famiglia e del mio sud…lo abbiamo fatto anche per voi. Siamo anche noi eroi, ma vi prego, non ci lasciate soli”, ha affermato il giovane che con sacrificio non ha preso parte all’esodo di massa.

Le parole di Antonella

Delicata anche la situazione di ricercatori e docenti che lavorano nelle altre regioni. Antonella, anche lei di Giugliano, ad esempio continua a portare avanti il suo progetto di ricerca. ll lavoro di ricerca continua. Ho sospeso solo un lavoro etnografico nei quartieri di Livorno ma continuo a studiare e scrivere. Per le lezioni interattive l’Universita si è attivata subito raggiungendo migliaia di studenti che di solito sono a Pisa e che già da mercoledì hanno fatto rientro soprattutto al Sud. E’ tutto molto più difficile ed amplificato lontano da casa”.

Piuttosto delicata è invece la situazione di alcuni dipendenti che lavorano nel settore dei trasporti. Stazioni ferroviarie prese d’assalto, distanza minima interpersonale di un metro non rispettata, personale al collasso. Non basta una mascherina a tutelarli. Una situazione inedita e spiazzante per loro che attraversano l’Italia insieme a migliaia di persone e che vorrebbero restare a casa o quantomeno lavorare con maggiore sicurezza e prevenzione.

Facce preoccupate, strada deserte, negozi vuoti. Restano a casa per cronicizzare la possibile diffusione del virus.

 

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