MELITO, A SCOPRIRLO UN PRODUTTORE DERUBATO
MELITO – Aveva messo su, a Melito, un fiorente commercio nel campo calzaturiero, divenendo in breve tempo uno dei principali fornitori dei negozi di calzature dell’hinterland a nord di Napoli. Ai suoi clienti offriva prodotti di primissima qualità a prezzi molto più bassi della concorrenza. Così era riuscito a ritagliarsi una larga fetta di mercato, divenendo uno dei più importanti grossisti di scarpe, borse ed altri prodotti in pelle. Peccato, però, che i prodotti da lui commercializzati non fossero proprio di prima mano. Anzi, tutt’altro. Scarpe, borse e cinture erano, infatti, merce rubata a fabbriche e grossisti del napoletano. A far scoprire l’intrallazzo, il titolare di una ditta produttrice di scarpe che nei giorni scorsi aveva subito un furto.
L’altro giorno, l’imprenditore passeggiando per Melito, ha notato, in una vetrina, un paio di scarpe di sua produzione in vendita sotto costo. Destata la sua attenzione, considerato che il negoziante non figurava tra i clienti del suo calzaturificio.Decideva, alla presenza di un testimone, d’acquistare un paio di scarpe e con quelle e con lo scontrino si è recato al commissariato di polizia di Poggioreale, presso il quale era stato denunciato il furto subito dal calzaturificio. La polizia attivava i controlli. Meno di un’ora dopo, alcuni investigatori facevano ingresso nel negozio, sequestrando la merce e conducendo il titolare in commissariato per interrogarlo. Quest’ultimo aveva quindi indicato loro il nome del grossista dal quale si era rifornito e che gli aveva rilasciato regolare fattura.
Quest’ultimo risultava essere un incensurato di 57 anni, Ciro Panetta, commerciante di scarpe e pellami, in realtà ricettatore di merce rubata. Interrogato non aveva saputo spiegare in che modo fosse venuto in possesso delle scarpe fornite al negozio di Melito. È stato quindi arrestato ed ora è rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Le indagini della polizia hanno consentito il ritrovamento di buona parte della merce rubata al calzaturificio, per un valore di circa settantamila euro.
ANTONIO POZIELLO – Il Mattino 27 febbraio 2003
