L’impianto di depurazione di Cuma non ha l’autorizzazione per lo scarico in mare dei liquami trattati. La condizione di irregolarità della struttura è emersa durante un incontro tenutosi presso il municipio di Pozzuoli, cui hanno preso parte l’assessore all’ambiente del capoluogo flegreo, Michelangelo Luongo, alcuni tecnici dell’Asl e un rappresentante della Hydrogest, la società che gestisce l’impianto per conto della regione Campania. La riunione era stata convocata per affrontare un problema segnalato da diverse famiglie puteolane, che vivono in zone della città prive di fogne. Per gli scarichi delle loro abitazioni, tali famiglie utilizzano delle vasche a perfetta tenuta, che sono consentite dalla legge ma i liquami raccolti, devono poi essere smaltiti presso impianti autorizzati. Visto l’aumento dei costi di tale operazione, negli ultimi tempi si è creato un mercato parallelo, con ditte che praticano prezzi più bassi, ma che si disfano dei liquami scaricandoli nei tombini fognari, o spargendoli in zone all’aperto. Casi simili sono stati scoperti anche dalla guardia di finanza, che ha sequestrato alcuni automezzi, denunciando i titolari delle imprese coinvolte nell’operazione. Il sistema illecito ha reso necessario l’intervento del Comune, intenzionato a stroncare il fenomeno attraverso una soluzione in grado di garantire alle famiglie che vivono in abitazioni prive di fogne un servizio di espurgo meno costoso. La soluzione prospettata dall’ente consiste nel consentire lo svuotamento delle autobotti anche presso il depuratore di Cuma, circostanza che consentirebbe un abbattimento dei costi. La proposta, avanzata dall’assessore Luongo durante l’incontro avuto con l’Asl e con il responsabile dell’impianto, è stata l’occasione per far emergere i problemi di regolarità del depuratore puteolano. «Per portare presso il depuratore i liquami delle abitazioni non servite dalle fogne – spiega l’assessore Luongo – serve un’autorizzazione regionale. Il problema più grave, invece, è quello posto dal rappresentante della Hydrogest che ha fatto presente che l’impianto di Cuma non ha l’autorizzazione per lo scarico in mare e che a tutt’oggi non sono stati avviati i lavori per l’adeguamento dell’impianto». Questa seconda autorizzazione spetta alla Provincia che finora non ha provveduto a rilasciarla in quanto il depuratore di Cuma non rispetta i limiti massimi di alcune sostanze chimiche contenute nei liquami che finiscono in mare dopo il trattamento presso l’impianto. «Tecnicamente si dice che tali sostanze ”stabellano” – spiega ancora Luongo – ciò non significa automaticamente che gli scarichi provocano un inquinamento maggiore rispetto al caso in cui rientrassero nei valori massimi previsti dall’Asl. Il problema è l’obsolescenza dell’impianto di Cuma, per la cui ristrutturazione è in essere un project financing in base al quale i lavori si sarebbero dovuti concludere il 31 dicembre scorso, mentre invece non sono ancora iniziati». Per sbloccare i lavori di adeguamento del depuratore, il comune di Pozzuoli convocherà un tavolo tecnico con gli altri Comuni che si avvalgono dell’impianto.
LUIGI CICCARELLI
Il Mattino il 10/02/09
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