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REGIONE CAMPANIA LA RIVOLUZIONE DEL VOTO

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«Una delle due preferenze riservata alle donne? Quest’aspetto della nuova legge elettorale della Campania è sicuramente positivo». Massimo D’Alema approva il progetto di legge varato in consiglio dopo una maratona notturna e auspica che il provvedimento sia d’esempio per governo e Parlamento: «Questa norma – spiega ai giornalisti – è la prima applicazione del nuovo principio costituzionale che impegna a promuovere anche attraverso la legge elettorale l’equilibrio della rappresentanza. Speriamo – aggiunge – che a livello nazionale si tragga spunto per dar vita a una legge elettorale più democratica». L’ex ministro degli Esteri torna a Napoli per inaugurare l’edizione 2009 della Winter School organizzata dalla fondazione Mezzogiorno Europa in collaborazione con la Regione Campania. All’hotel San Germano è il protagonista di una conversazione con Andrea Geremicca sul rapporto tra Europa, Sud e Mediterraneo. Arriva anche Luigi Nicolais, in corsa con il Pd alle primarie del centrosinistra per la presidenza della Provincia di Napoli: tra i due un abbraccio affettuoso. Poco prima, in un’intervista a «Canale 9», D’Alema lo aveva elogiato per la sua scelta di scendere in campo: «Non è un modo per fare carriera, anzi è un gesto di disponibilità e di grande generosità verso il territorio. Gino è una personalità di livello nazionale che intende dare un contributo per la sua terra mettendo a disposizione impegno ed esperienza». Per l’ex ministro le primarie con tre candidati «non sono un problema»: «Si sono presentate tre personalità di rilievo e non tutte del Pd, come Salvatore Vozza, che è di Sinistra democratica». «Con le primarie – chiarisce – è la coalizione di centrosinistra che invita a scegliere il candidato, e fa meglio di chi dalla Brianza decide il proprio candidato. Si tratta di concezioni diverse della democrazia». Poi ribadisce la preoccupazione per il destino degli operai di Pomigliano: «Abbiamo chiesto che la Fiat sia chiamata di fronte alla commissione parlamentare per spiegare quali sono i suoi progetti per il mantenimento dell’occupazione e dei livelli di produzione, in particolare nel Sud. Pomigliano è l’emblema della difficoltà del sistema industriale meridionale ed è anche il simbolo di una mancanza di un’azione pubblica adeguata. Il governo ha fatto pochissimo, ma siamo pronti a dialogare per trovare insieme le soluzioni». Anche per questo, spiega, «sono tornato a proporre, in un’intervista pubblicata sul Mattino, il rifinanziamento del credito d’imposta e l’apertura del tavolo di negoziato in sede europea per promuovere la fiscalità di vantaggio nel Sud per il sistema imprenditoriale. Giudico positiva, in tal senso, la proposta anti-crisi di Franceschini, che rafforza la solidarietà». Quindi l’appello alle banche: «È fondamentale che garantiscano liquidità alle imprese e dimostrino di avere coraggio e fiducia nella possibilità di ripresa. Occorre accompagnare le aziende in questo momento difficile, in Italia abbiamo un sistema di imprese piccole e medie che necessitano di grande liquidità. La banca del Sud? La mia preoccupazione è duplice: che non si crei un carrozzone pubblico e che sia un’iniziativa in grado di utilizzare e rafforzare le strutture creditizie esistenti nel Mezzogiorno».


«Ora si rispetti la libertà di voto»


«Il testo della nuova legge elettorale della Campania va studiato con attenzione. Condivido la filosofia delle quote rose, ma è fondamentale che non si limiti la libertà di voto». Lo afferma Vincenzo Cocozza, docente di Diritto costituzionale all’Università Federico II di Napoli. Interpellato dal Mattino, il professore è invece favorevole all’abolizione del listino. Come giudica la scelta di destinare una delle due preferenze alle donne? «Vorrei leggere bene il testo. Il nostro faro resta l’articolo 48 della Costituzione. Ogni forma di delimitazione della libertà di voto va configurata negativamente. Certo, se il meccanismo adottato è funzionale a un interesse superiore, può essere ragionevole. Diversamente si può avere qualche dubbio. Il principio cardine, infatti, è sempre la libertà». Secondo lei ci troviamo di fronte a un caso del genere? «È importante, intanto, che in caso di singola preferenza non ci sia alcun obbligo né sia stato previsto un meccanismo sanzionatorio. Viceversa se si esprimono due preferenze, allora scatta la necessità di destinarne almeno una alle donne. Ecco, questo aspetto merita un approfondimento». È la prima volta che viene adottata questa soluzione? «Sicuramente si tratta di un sistema innovativo. E per questa ragione può essere soggetto a profili di incostituzionalità. Sono comunque convinto che il provvedimento sia frutto di studi e riflessioni. Ripeto, attendo di leggere il testo prima di esprimere un giudizio completo. Dipende tutto da come è stato scritto, siamo su un terreno scivoloso». E l’abolizione del listino? «Personalmente sono favorevole. Del resto quella formula è stata spesso criticata. È possibile costituire una maggioranza anche senza ricorrere a strumenti del genere. Esistono altri correttivi, non è questa l’unica strada a disposizione. Francamente fin dall’inizio il listino mi è sembrato discutibile». E le quote rose nelle liste? «Non c’è alcun problema, ci si può muovere in questa direzione rispettando la Costituzione». Per l’elezione dei parlamentari italiani esiste una sorta di maxi-listino… «Infatti. Anche in questo caso le critiche sono state tante, sia da parte dei politici che dei rappresentanti del mondo accademico, come hanno riportato i giornali. È auspicabile, dunque, che la legge possa essere rivista. Si sente una forte esigenza di ripristinare i meccanismi di scelta reale. Insomma, dobbiamo prendere il meglio dalle leggi, non le cose che ci lasciano perplessi».

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GERARDO AUSIELLO

Il Mattino il 13/03/09



Ma sulle quote rosa le donne si dividono

L’alleanza è finita. Dopo i sit-in bipartisan le donne di Pd e Pdl si dividono. Le prime applaudono a una legge che definiscono innovativa; le seconde sottolineano la delusione per l’abolizione del listino. Fiorella Girace (Pd), presidente della commissione regionale Pari opportunità, promuove la legge. «È un passo avanti importante e significativo. Ne ho parlato anche con le componenti del centrodestra e si è condiviso – dice la Girace – che si tratta di una legge innovativa. Anche la norma che prevede tempi televisivi ripartiti al cinquanta per cento segna una netta inversione». Ma il listino non avrebbe garantito di più la rappresentanza femminile? «L’esperienza – risponde la Girace – ha dimostrato che il listino non era affatto utile alla elezione delle donne perchè la sua composizione era pur sempre rimessa alla sensibilità e alla discrezione del candidato presidente. Nel 2005 Bassolino inserì nel suo listino sette donne; Bocchino una». Le donne del Pd sono soddisfatte. «La doppia preferenza era una delle proposte che avevamo preso in considerazione. La legge è il risultato della battaglia abbiamo condotto dentro e fuori il partito», si legge in una nota delle democratiche. Promuovono la legge gli assessori comunale e provinciale Valeria Valente e Angela Cortese e le senatrici Teresa Armato, Annamaria Carloni, Franca Chiaromonte, Maria Fortuna Incostante. «La legge affronta, con una prima risposta positiva, il tema dell’attuazione piena dell’articolo 51 della Costituzione. Certo avremmo preferito i collegi uninominali ma per come la discussione e il confronto erano partiti, possiamo considerare questo un ottimo risultato ottenuto grazie alla mobilitazione delle donne, all’impegno della segreteria regionale e del gruppo regionale del Pd, di Bassolino». E di legge «innovativa che vede la Campania in prima fila nel cammino delle pari opportunità e delle politiche di genere» parla l’assessore regionale Lilly De Felice. Alla soddisfazione delle democratiche si contrappone la delusione delle donne azzurre che pensano a nuove forme di mobilitazione. «Abolendo il listino e mettendo a rischio la presenza femminile in consiglio regionale – sostiene Clorinda Boccia Burattino, responsabile del movimento Donne azzurre – la Regione ha aggiunto una nuova pagina nera alla storia di questa legislatura». Parla di «pastrocchio» il deputato Nunzia De Girolamo. «È stata varata – dice – una norma confusa, per molti versi illegittima, che creerà sicuramente disorientamento agli elettori. Questa legge è una presa in giro: essere candidate non significa essere elette».


PAOLO MAINIERO

Il Mattino 13/03/09

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