Si apprestavano a invadere le bancarelle dei mercati e anche migliaia di vetrine di negozi rispettabili. Pericolosi, verniciati con tinture tossiche, alcuni senza marchi di garanzia europea, altri con il marchio grossolanamente contraffatto. La merce, un milione e più di giocattoli fabbricati in Cina o chissà dove, era stata stoccata in un capannone di circa millecinquecento metri quadrati, risultato intestato alla «Gruppo Ingrosso srl», sulla circumvallazione esterna di Napoli, nel tratto di Arpino, la mega frazione di Casoria, in attesa di essere distribuita. Per fortuna delle magliaia di inconsapevoli consumatori, sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Casoria, diretta dal maggiore Paolo Cambieri, e i finanzieri della compagnia di Afragola, diretta dal capitano Sergio De Sarno, che ieri mattina hanno effettuato un rapido blitz nella struttura dove hanno sorpreso un solo operaio intento a selezionare i giocattoli. I carabinieri della caserma di Arpino, diretta dal maresciallo Agostino Polverino, hanno anche fatto irruzione nei locali destinati ad ufficio, trovando solo una scrivania e due sedie. Gli inquirenti non hanno trovato nemmeno una bolletta di accompagnamento, nessuna traccia della documentazione contabile sia della ditta che della merce e nemmeno la documentazione rilasciata agli importatori dell’ufficio delle Dogane Italiane. Il valore della merce sequestrata ammonterebbe a qualcosa tra i tre e i quattro milioni e mezzo di euro. Per il titolare della ditta, Mario Cervelli, 50 anni, di Napoli, che non era presente al momento del blitz, è scattata la denuncia per ricettazione, contraffazione del marchio di garanzia europea e per quella dei marchi commerciali registrati, più una sfilza di reati doganali. I finanzieri di Afragola, hanno aperto un fascicolo perché al momento del controllo la ditta è risultata essere sconosciuta al fisco. Per gli stessi reati è denunciato in concorso anche Vincenzo A., 36 anni, di Napoli, l’unico operaio trovato a lavorare al momento dell’irruzione. Gli inquirenti hanno accertato che dai pupazzetti di plastica alle automobiline radiocomandate, passando per i giochi da tavolo e le casette delle bambole e tutto quello che i bambini possano desiderare, erano stati realizzati abusivamente in Cina e in altre nazioni del sud est asiatico. I carabinieri hanno inviato al laboratorio della sezione scientifica, alcuni campioni di giocattoli, per accertare la qualità e l’eventuale pericolosità delle vernici la loro infiammabilità.
MARCO DI CATERINO
Il Mattino il 20/03/09


