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Qualiano, a 19 anni ucciso come un boss

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Ucciso in auto. Già pregiudicato e già cadavere: finto nell’elenco dei morti di camorra ad appena diciannove anni di età. Giustiziato come un boss. Stefano Falco non ha avuto scampo; ieri sera i killer professionisti lo hanno crivellato di proiettili. Almeno otto i colpi, tutti a segno. Neanche un graffio invece, per l’uomo che era in compagnia della vittima. L’agguato, in una stradina che dal centro della città a nord di Napoli conduce sulla Circumvallazione esterna, lo stradone che attraversa decine di centri dell’area flegrea. Stefano Falco e la persona con cui era in compagnia, sarebbero stati raggiunti da due uomini in sella a una moto di grossa cilindrata, con il volto nascosto dai passamontagna. Inutile il tentativo di fuga. Il raid è stato fulmineo. Inutili anche i soccorsi: il giovane è stato colpito alla testa e al torace. Una sentenza di morte senza appello. Ulteriori indagini sono scattate sull’attività di Stefano Falco e sui suoi trascorsi criminali. Secondo gli investigatori era legato al clan Pianese. O meglio, a una delle due fazioni avviate dalla cosca dopo la morte del boss Nicola. Per gli inquirenti, da una parte ci sarebbe il gruppo gestito da Raffaella D’Alterio, moglie del capocosca, di recente sfuggita a un raid. Dall’altra, nessun reggente ufficiale ma molti tentativi di assumerne il comando. Una guerra interna al gruppo criminale che da almeno due anni sta insaguinando Qualiano. Indagini anche sull’uomo che ieri sera si trovava in auto con la vittima: per i carabinieri di Giugliano, diretti dal capitano Alessandro Andrei, si tratta di un altro gregario dei Pianese, il clan che gestisce tutti gli affari illeciti sul territorio. Spaccio e racket in particolare tengono sotto scacco baby pusher, commercianti e imprenditori. Almeno due le ipotesi su cui in queste ore sono concentrate le indagini degli investigatori per spiegare il movente del raid: uno sgarro nell’ambito delle due fazioni; il tentativo di bloccare l’ascesa di Falco, pregiudicato per reati legati proprio all’affare-estorsioni. Già da tempo i carabinieri tenevano sotto controllo la vita degli uomini legati ai Pianese: Stefano Falco, per esempio, un anno fa era stato più volte sorpreso in compagnia di Carmine Starace, altro personaggio di spicco della cosca, ucciso nel febbraio 2008 in una pizzeria. Dopo una lunga serie di arresti, le indagini sull’attività e l’assetto del gruppo criminale, due settimane fa avevano consentito ai carabinieri di fermare cinque persone armate: ora gli investigatori non escludono che quel gruppo di fuoco avesse il compito di uccidere Falco. Pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche per smascherare affari illeciti e alleanze e porre fine a una faida cominciata con l’omicidio di Nicola Pianese, il «padrino» del clan che ha sempre puntato agli appalti. Un affare milionario nella zona dove l’intensa attività edilizia attira le mire della malavita.


ROSA PALOMBA

Il Mattino il 24/03/09

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