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domenica, Maggio 5, 2024
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CASALESI: PRESO RAFFAELE DIANA, INSERITO TRA I 30 LATITANTI PIU’ PERICOLOSI D’ITALIA

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Manette ai polsi al boss della camorra Raffaele Diana, 56 anni di Casal di Principe, detto “Rafilotto”. Diana e’ stato trovato dagli agenti della squadra mobile di Caserta, coordinati dal dirigente Rodolfo Ruperti, in un bunker in via Torino a Casal di Principe dove gli agenti hanno dovuto sfondare la parete di un sottoscala per acciuffarlo. Era armato di due pistole cariche. Raffaele Diana e’ inserito nell’elenco dei trenta latitanti piu’ pericolosi d’Italia; imputato nel processo Spartacus I contro il clan dei Casalesi ed e’ considerato un camorrista-imprenditore che aveva investito in imprese a Modena. Latitante già dal 2004 per associazione di tipo mafioso, omicidio ed altro, condannato all’ergastolo nel giugno 2008 dalla corte di Assise di Appello di Caserta alla conclusione del processo Spartacus, il processo che ha messo alla sbarra i Casalesi e ha comminato 16 condanne all’ergastolo, carcere a vita, per tutti i boss del gruppo criminale, tra cui in primis Francesco Schiavone, soprannominato “Sandokan”. Una ‘statura’ criminale tale da farlo inserire nell’ “Elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” selezionati dal gruppo integrato interforze”.

Diana era nascosto in un bunker di cemento ricavato in un vano scala a Casal di Principe (Caserta). Gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno fatto irruzione poco dopo le 18 in un appartamento di via Torino a Casal di Principe, ultimo nascondiglio del boss dei casalesi. In una sacca che aveva con se’ Diana aveva due pistole, una delle quali di grosso calibro, e munizioni. Il proprietario dell’ appartamento, Paolo Landolfi, che non ha precedenti penali di rilievo, e’ stato arrestato. “Lo abbiamo qui con noi in questura” – dice soddisfatto il capo della mobile Rodolfo Ruperti, spiegando che il latitante è stato trovato a Casal di Principe, in un cunicolo. Era armato, aveva con sè pistole, munizioni e silenziatori, ma non ha fatto in tempo ad opporre alcuna resistenza. “Ci ha fatto i complimenti”, racconta Ruperti.

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