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domenica, Maggio 5, 2024
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RIFIUTI, PRESTO IL RITORNO ALLA NORMALITA’

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dall’inviato a POZZUOLI- GIUGLIANO – MARANO



Tre giorni per uscire dall’emergenza rifiuti. A Pozzuoli è iniziato il lento ritorno alla normalità. Strade e piazzette verranno presto ripulite dall’ingombrante presenza della spazzatura accumulatosi nelle ultime 72 ore. Il Comune è stato infatti autorizzato a scaricare i propri rifiuti anche nel Cdr di Giffoni, oltre a quello di Giugliano, che da alcune ore ha ripreso a funzionare a regime ridotto. L’intesa è stata siglata dal Prefetto di Napoli, Renato Profili, e dal sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. “Il Prefetto – spiega il primo cittadino – si è mostrato disponibile e sensibile verso il problema prioritario dell’igiene in città. Impossibile poter sopportare settemila quintali di rifiuti, specie in periferia con una presenza notevole di turisti”. Il problema è sempre lo stesso. Dopo il momentaneo stop degli impianti, si preferisce dare la precedenza ai rifiuti di Giugliano (che ospita il cdr nella zona Asi di Ponte Riccio) e a quelli delle isole. Il risultato? I camion dell’area flegrea e quelli dell’hinterland giuglianese sono costretti a tornare indietro senza poter scaricare. O a sopportare interminabili ore sotto il sole in attesa di svuotare il carico di rifiuti. Succede così da sempre, è successo anche ieri. “E’ assurdo questo principio: Giugliano e le isole pagano quanto noi, non sono giusti questi privilegi” lamentano in coro il sindaco di Villaricca, Raffaele Topo, e quello di Mugnano, Daniele Palumbo.
Ieri mattina sono intanto riprese le operazioni di scarico all’impianto di Ponte Riccio. Centinaia i tir in coda fin dalle prime ore dell’alba. Il Cdr ha funzionato a singhiozzi per tutta la giornata: una ora sì, due ore no. Attese interminabili, autisti coi nervi a pezzi, centinaia di ore di straordinario da pagare. “Siamo costretti ad aspettare per giorni – lamenta Giovanni E., autista dell’Asia – siamo senz’acqua e senza cibo da stamattina. Puzza ed insetti non ci danno poi pace”. Ma i sacrifici non bastano ad allontanare lo spettro dei rifiuti che si accumulano nelle città. Nel Giuglianese e nell’area flegrea la situazione è vicina alla soglia di allarme. Difficile evitare i cumuli di immondizia che si moltiplicano davanti ai negozi di alimentari, alle scuole, nei centri come nelle periferie. “Entro due o tre giorni riusciremo a superare questa ennesima emergenza” promettono i sindaci di Marano, Mugnano e Villaricca. A Qualiano spetta il primato per la soluzione più estrema. In via Cavour, alle spalle della chiesa di Santo Stefano, i cassonetti dei rifiuti sono stati sigillati con lucchetto e catene: anche volendo, è impossibile depositare i rifiuti negli appositi contenitori. Situazione critica a Melito e Mugnano. Tanti i rifiuti sulla circumvallazione esterna (tra Giugliano e Villaricca) e in via Venezia. La situazione più grave si registra a Marano: Corso Italia e corso Umberto sono letteralmente invasi dalla spazzatura. Pulite, invece, le strade di Calvizzano.



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IL CORO DEI SINDACI: NON ESITONO COMUNI DI SERIE B



GIUGLIANO
(U.Fer)– “Questa situazione è insostenibile. I privilegi concessi a Giugliano e alle isole sono ingiusti”. Daniele Palumbo, sindaco di Mugnano, è inviperito. “Ogni volta che si ripresenta l’emergenza rifiuti, paghiamo noi il prezzo più alto. I camion delle ‘città avvantaggiate’ hanno scaricato per due volte nella sola giornata di ieri. A noi tocca aspettare ore interminabili prima di svuotare il carico di rifiuti. Faremo ricorso alla Fibe e al Commissariato. Abbiamo forse meno diritti poiché non siamo una meta turistica? A terra ci sono ancora i rifiuti di 48 ore fa”. Gli fa eco il primo cittadino di Villaricca, Raffaele Topo. “A tutto c’è un limite – spiega la fascia tricolore -. Giugliano e le isole sono davanti a tutti senza limiti di scarico, i Comuni dell’entroterra e dell’area flegrea sono invece costretti ad aspettare. Abbiamo chiesto un incontro al Prefetto per discutere di questa situazione non più tollerabile: è assurdo che anche su questioni così importanti come l’igiene in città vengano concessi dei privilegi. Siamo riusciti ad arginare l’emergenza per un giorno, oltre non possiamo tollerare”. Per Mauro Bertini, sindaco di Marano, la situazione “sta leggermente migliorando in città”, anche se ci vorranno “ancora tre giorni prima di smaltire le 180 t di rifiuti accumulati in strada e ritornare a pieno regime”. “Aree di trasferenza? Non ne abbiamo e non ne vogliamo. Per ora ci limitiamo a trattare i rifiuti che non sono stati prelevati con prodotti chimici che rallentino la decomposizione”. Antonio Castaldo, ex sindaco di Giugliano e presidente del Bacino Na1, punta il dito contro il Commissariato di Governo. “La soluzione a tutti i problemi sta nella raccolta differenziata dei rifiuti. Il nostro Consorzio è fermo al 15%, dovremmo essere almeno alla soglia del 50%. Viviamo una situazione esplosiva: ritardi infiniti per l’attuazione dei provvedimenti, la necessità di una programmazione seria con i Comuni, il mancato pagamento degli stipendi agli operai. Il che incide ovviamente sull’impegno lavorativo. Servono interventi urgenti”.




QUEL SACCHETTO IMPICCATO CHE PENZOLA DAI BALCONI



QUALIANO (UF) – Lo chiamano “il sacchetto affogato”. Penzola dai balconi delle abitazioni, attaccato ad una robusta cordicella. Un sacchetto di rifiuti, niente di speciale. Quello che colpisce è la pratica barbara utilizzata da molti per sollecitare il ritiro della spazzatura. Legano il sacchetto alla corda e lo lasciano penzolare dai balconi tutta la notte. In attesa che il tir della nettezza urbana lo ritiri. Succede a Qualiano, pochi chilometri alla periferia nord-ovest di Napoli. Regole e civiltà qui sembrano non esistere. La legge potrebbe intervenire a punire questi comportamenti: e non lo fa. Ma prima delle legge dovrebbe intervenire la morale. E anche questa, troppo spesso, non lo fa. Ne sanno qualcosa i residenti di via Papa Giovanni Paolo XXIII, una strada dove la pratica è particolarmente diffusa. C’è chi lo fa “per abitudine” e chi, lo ammette, “perché il contenitore della Nu è troppo lontano (100 m, ndr)”.

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