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lunedì, Maggio 20, 2024
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Acerra, ucciso a colpi di lupara

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L’ESECUZIONE NELLA NOTTE, FORSE PER LO SGARRO A UN BOSS




Spacciatore sequestrato e poi giustiziato in aperta campagna



di ENRICO FERRIGNO


Esecuzione a colpi di lupara alla periferia di Acerra. La vittima è un pregiudicato di 44 anni. Francesco Iazzetta, con precedenti per spaccio di stupefacenti è stato finito con un solo colpo di fucile a pallettoni in pieno petto in una stradina di campagna in contrada «Frassitelli», al confine con Maddaloni e Marcianise. Il cadavere è stato scoperto dagli agenti del locale commissariato, guidati dal vicequestore Raffaele Monda, alle 7 di ieri mattina dopo una telefonata pervenuta al «113». L’omicidio, secondo i privi rilievi della Scientifica dovrebbe risalire a cinque ore prima del rinvenimento del corpo. Francesco Iazzetta, sposato e con tre figli, non era considerato dagli inquirenti legato ad alcun clan locale, né un personaggio di spicco della malavita locale. Sul suo conto ci sono solo precedenti per spaccio di stupefacenti. Era era uscito di galera lo scorso agosto.
Per gli investigatori, l’esecuzione è chiaramente di matrice camorristica, anche se non si escludono a priori altre piste. Tra le ipotesi messe in capo dagli inquirenti c’è quella di uno sgarro che Iazzetta avrebbe fatto a qualche boss locale o di un pagamento non puntuale di una partita di droga. Ipotesi investigative difficili da dimostrare visto che nelle mani degli inquirenti ci sono pochissimi elementi a disposizione. Presumibilmente, Francesco Iazzetta è stato prelevato nella notte da un commando di sicari che a bordo di un auto lo hanno condotto nella stradina di campagna in contrada Frassitelli a poche centinaia di metri dallo stabilimento Montefibre. La zona non è assolutamente frequentata di notte ed è scarsamente illuminata.
I sicari lo hanno fatto scendere dall’auto e sul ciglio della strada gli hanno sparato un colpo di fucile caricato a pallettoni che gli ha sfondato il petto e parzialmente colpito il viso. La morte per Iazzetta deve essere sopraggiunta quasi istantaneamente. Il cadavere è rimasto sul ciglio della strada fino alle prime ore del mattino, quando qualche contadino deve averlo notato e telefonato al «113». Iazzetta era stato incarcerato due anni fa per essere evaso dagli arresti domiciliari. Non era considerato, dalle forze dell’ordine, un personaggio di spicco della malavita locale e questo anche in ragione del suo modesto tenore di vita.

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IL MATTINO 4 OTTOBRE 2003

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