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lunedì, Maggio 20, 2024
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Emergenza diossina, per gli industrali la bonifica non tocca solo alle aziende

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LITORALE DOMIZIO- FLEGREO – «Diossina? Non è colpa delle aziende, non possiamo pagarne le conseguenze». Gli industriali del litorale domizio-flegreo e dell’agro aversano replicano al ministero dell’Ambiente e al Commissariato per l’emergenza rifiuti. «Il Commissariato, su richiesta del ministero – dicono – vuole imporre un onere gravoso e improprio alle aziende: indagini preliminari sulla presenza di diossina e, in caso di riscontri, piani di bonifica. In questo modo si aggraverebbe la condizione di società che già hanno lo svantaggio di operare in zone segnate da problematiche ambientali».
La questione è destinata a esplodere. Il litorale domizio-flegreo e l’agro aversano rientrano tra le zone di interesse nazionale per la bonifica, si tratta di 14 aree tra grandi spazi ex industriali e aree a rischio, in totale 62 comuni tra le province di Caserta e Napoli, le stesse indicate nei mesi scorsi ad alto rischio per la presenza di diossina su pascoli e dove molti allevamenti sono stati sottoposti a sequestro in seguito alla scoperta di latte contaminato.
È in queste zone che sono stati segnalati maxi-incendi di rifiuti, depositi fuorilegge di pneumatici, bidoni tossici, materiale chimico proveniente da fabbriche del Nord e che avrebbe dovuto essere trattato in discariche speciali. Dodicimilaottocento ettari sono sotto stretta sorveglianza del commissariato preposto alle operazioni di bonifica.
«Gli stabilimenti produttivi – dicono gli industriali – sono estranei al problema della diossina. L’emergenza risale a una inadeguata tutela del territorio, che negli ultimi quindici anni si è tradotta in assenza di controlli che hanno favorito lo smaltimento fuorilegge. Non a caso, il programma nazionale di bonifica indica come tipologia di intervento il risanamento delle aree inquinate dallo smaltimento abusivo di immondizia. Abbiamo preso contatto con il ministero e il commissariato per avviare un chiarimento tecnico-giuridico sulle aree che devono essere sottoposte a bonifica ambientale».
Ma qual è la proposta degli industriali? «La semplice localizzazione nell’area da risanare non può automaticamente comportare l’onere per le imprese di costose verifiche ambientali. È la stessa ordinanza ministeriale che impone una individuazione dei siti da bonificare. Dunque le aziende potrebbero tutelare i propri interessi in sede giudiziaria, ma a questo punto preferiscono proporre la presentazione di una autocertificazione per consentire al Commissariato di acquisire in tempi ragionevoli una gamma di informazioni preliminari e di tracciare una mappa dettagliata degli impianti. In questo modo il Commissariato – concludono – potrebbe sospendere la precedente ordinanza e nello stesso tempo individuare gli spazi da bonificare e quelli da escludere». In questo modo gli industriali intendono offrire collaborazione concreta al Commissariato e evitare che le imprese sostengono altri oneri che potrebbero rivelarsi non sostenibili. Alla proposta dell’Unione industriale hanno già aderito i Consorzi di sviluppo di Caivano e Giugliano e che contano un centinaio di realtà produttive.




FRANCESCO VASTARELLA – IL MATTINO 6 OTTOBRE 2003


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http://ilmattino.caltanet.it/hermes/20031006/NAZIONALE/CAMPANIA/DOP.htm

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