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venerdì, Maggio 17, 2024
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L’inchiesta: il percolato dai depuratori in mare

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Indagati a vario titolo per associazione per delinquere, truffa e reati ambientali, gli arrestati sono accusati in base alle indagini condotte dalla Procura di Napoli. L’accusa è di avere autorizzato lo sversamento in mare di percolato, lungo le coste che vanno dal litorale casertano fino a quello salernitano. Tra gli arrestati eccellenti l’ex prefetto Corrado Catenacci, nella sua veste di ex commissario straordinario dei rifiuti in Campania, e l’ex numero due di Guido Bertolaso, Marta di Gennaro. Quattordici gli arrestati, 38 gli indagati tra cui l’ex sindaco di Napoli, ex presidente della Regione Campania ed ex commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Antonio Bassolino.
Le indagini della Procura di Napoli che hanno portato all’arresto di 14 persone e che ne coinvolgono altre 38 come indagate, hanno accertato che nel periodo 2006/2008 era in atto un accordo illecito tra funzionari pubblici e gestori di depuratori della Campania che, in violazione di ogni norma di tutela ambientale, hanno consentito lo sversamento di percolato in mare.


La sostanza chiamata «percolato»
e’ la parte liquida prodotta da rifiuti solidi urbani accumulati nelle discariche.
Il percolato veniva immesso senza alcun trattamento nei depuratori dai quali finiva direttamente in mare, contribuendo ad inquinare un lunghissimo tratto di costa della Campania, dal Salernitano fino al Casertano.
Nella giornata di oggi a Napoli, Roma, Caserta e Parma, il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente (Napoli e Roma ), daranno esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (8 in carcere e 6 saranno sottoposti agli arresti domiciliari) emessa dall’Ufficio Gip Collegiale di Napoli su richiesta della locale Procura nei confronti di 14 indagati responsabili per associazione per delinquere , traffico illecito organizzato di rifiuti, smaltimento illecito di rifiuti, scarichi non autorizzati di rifiuti, disastro ambientale, falso ideologico in atto pubblico.

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Gli arresti.

Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile ed il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campana. Ai due è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Nella stessa operazione sono state arrestate altre 12 persone. Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Ci sono anche l’ ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica di Bassolino, Gianfranco Nappi, tra le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta. Sono invece finiti in carcere, fra gli altri, Lionello Serva, ex sub-commissario per i rifiuti della Regione Campania, Claudio Di Biasio, tecnico degli impianti del Commissariato, Generoso Schiavone, responsabile della Gestione acque per i depuratori della Regione Campania e Mario Lupacchini, dirigente del settore Ecologia della Regione.


L’indagine,
durata fino al luglio 2010 a prosecuzione di quella conclusa nel maggio 2008 (nota con il nome di “Operazione Rompiballe”, che ha portato all’arresto di 25 indagati per traffico illecito di rifiuti, è stata sviluppata mediante attività tecniche e dinamiche, nonché riscontri documentali, che hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ex uomini politici, professori universitari, dirigenti della p.a. e tecnici delle strutture commissariali che si sono avvicendati al Commissariato per l’emergenza rifiuti della Regione Campania dal 2006 al 2008 che, in qualità di responsabili del processo di smaltimento del “percolato” prodotto dal sistema regionale, utilizzavano gli impianti di depurazione di acque reflue della Regione Campania contribuendo all’inquinamento del tratto costiero del litorale napoletano.


Nel corso dell’operazione,
si è proceduto: al sequestro di documentazione presso sedi istituzionali (Prefettura di Napoli, Regione Campania, Protezione Civile di Roma nonché sedi di aziende di rilievo nazionale);
alla notifica di numerose informazioni di garanzia.
Delle 14 ordinanze, 4 saranno eseguite dal personale del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli che ha partecipato soltanto alle fasi iniziali dell’attività investigativa, per alcune posizioni convergenti.

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