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venerdì, Giugno 21, 2024
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Agguato a Pozzuoli, ucciso uomo dei Longobardi

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di ANDREANA ILLIANO




Agguato di camorra a Pozzuoli. Un’esecuzione in piena regola alla periferia della città, avvenuta ieri sera, alle 20,45. A cadere sotto i colpi dei killer è stato Ciro Russo, 51 anni, sorvegliato speciale con l’obbligo di soggiorno nella città flegrea.
L’uomo passeggiava a piedi, accompagnato da un suo amico, era arrivato in via Verga, nel mega-quartiere periferico di Monterusciello, aveva deciso di prendere un caffè, era entrato nel bar De Simone, si era intrattenuto qualche minuto al bancone del locale, poi sono arrivati i killer, almeno due che, armati di tutto punto, hanno cominciato a sparare puntando alla testa.
Per il pregiudicato, affiliato al clan che – secondo gli inquirenti – fa capo a Gaetano Beneduce e Gennaro Longobardi non c’è stato scampo. I colpi di pistola esplosi sono stati almeno sei, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, due proiettili hanno centrato Russo alla testa. A terra i carabinieri hanno poi trovato sei bossoli, alcuni certamente calibro nove per ventuno.
A dare l’allarme sono stati i passanti che, dopo qualche minuto di panico, hanno visto i due killer salire sull’auto e fuggire via. Solo allora sono state avvertite le forze dell’ordine. Gli assassini avrebbero agito a viso scoperto, ma nessuno nel quartiere periferico sa descrivere i loro volti. Sul posto, dopo poco, sono arrivate la radiomobile della compagnia dei carabinieri e gli uomini del reparto operativo del comando provinciale di Napoli. Già in serata si è dato inizio agli interrogativi e, per oggi, sono previsti altri controlli in casa di affiliati alla cosca.
Ciro Russo era un pregiudicato molto noto negli ambienti malavitosi ed era conosciuto soprattutto il suo rapporto con Gaetano Beneduce, presunto capoclan, tuttora in carcere per estorsione e associazione camorristica.
Il compito degli inquirenti è adesso capire la nuova geografia delle cosche flegree. Va detto infatti che, dopo circa sei anni di pace tra bande, adesso l’equilibrio è cambiato. A dimostrarlo non è solo l’assassinio di Ciro Russo, ma anche l’esecuzione di Ottavio Garofalo, 38 anni, ammazzato l’estate scorsa, sul porto, in pieno giorno. Quest’ultimo era incensurato, ma una delle piste degli inquirenti lo indica come una sorta di esattore del clan Beneduce–Longobardi. Garofalo era cugino di Salvatore Cerrone, boss di Quarto, legato particolarmente a Longobardi, arrestato nel blitz dell’Antimafia del maggio del 2003 e considerato dai carabinieri uomo di spicco dell’organizzazione criminale.
L’assassinio di Russo dunque potrebbe essere una risposta all’altro delitto, quello appunto di Garofalo. Le ipotesi investigative naturalmente sono diverse: potrebbe trattarsi o di una guerra provocata da una rottura dell’alleanza oppure potrebbe trattarsi di una «punizione» per chi, dopo l’arresto dei due presunti capoclan, aveva tentato la scalata all’interno della cosca.



IL MATTINO 20 FEBBRAIO 2004

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