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venerdì, Giugno 21, 2024
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Licola, pedana abusiva: denunciato

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LICOLA. Una piattaforma di calcestruzzo realizzata a una manciata di metri dal mare di Licola, su una spiaggia demaniale e su zona soggetta a vincolo paesaggistico e idrogeologico. Non una piccola colata di cemento. Macché, per fare le cose in grande, in vista dell’avvicinarsi del bel tempo e delle giornate soleggianti, il gestore di uno stabilimento balneare, un 37enne di Pozzuoli, ha costruito una pedana di quasi 600 metri quadrati. Secondo l’accusa dei carabinieri, l’opera è completamente abusiva, messa su senza licenze e senza neppure uno straccio di permesso.
E per questo è stata posta sotto sequestro. Cosa dovesse farci, lo stabilirà la seconda fase dell’indagine guidata dal comandante della Compagnia di Pozzuoli, Francesco Sessa. Forse un solarium, o magari la base di appoggio per delle cabine nuove di zecca. Comunque, secondo gli inquirenti flegrei, l’abuso deve essere eliminato senza esitazione dal suo (presunto) proprietario.
«Mica lo vogliamo crocifiggere per quello che ha fatto – gorgheggia un passante -. Licola ha una sola possibilità di emergere dal degrado, affidandosi al turismo e alle attività balneari. Ma senza strutture attrezzate, chi vuole che venga?». Da queste parti sognano da anni di realizzare, prima o poi, una specie di Rimini della Campania.
Gli spazi ci sono e la spiaggia, qui, è davvero una spiaggia, anche perché per un decennio il mare è stato letteralmente una fogna. Ma fino ad ora non si è andati oltre la realizzazione di un borgo pirata, partorito quasi per intero dall’abusivismo edilizio.
Eppure in un qualunque giorno d’estate su questo nastro di sabbia che corre lungo il litorale domitio-flegreo, nelle stradine malandate come gruviere di asfalto, si riversa il popolo dei vacanzieri. I residenti, divisi tra il territorio del Comune di Pozzuoli e quello di Giugliano invocano opere di urbanizzazione: fognature, luce e tutto il resto.
Ma nei Campi Flegrei del degrado e dell’orrore edilizio, oramai non passa giorno che le forze dell’ordine non sequestrino qualche opera fuorilegge.
Sempre i Carabinieri, ed ancora a Monte di Procida, hanno messo i sigilli ad un lastrico solare realizzato all’ultimo piano di una palazzina di via Cappella. Anche qui, le autorizzazioni tra le mani del proprietario dello stabile, non giustificavano la costruzione di una simile opera. La proprietaria è stata denunciata a piede libero per abusivismo.
L’amara sensazione è che ancora in pochi temono realmente le ire dello Stato. Nonostante il pugno duro della magistratura. Gli abusivi, poi, spesso trovano persino la via legale per farsi autorizzare qualcosa e poi trasformare quel qualcosa nella solita palazzina fuorilegge. Nascondendola per un po’, trafficando con cavilli e ricorsi e avvocati specializzati nella materia, prendendo tempo in attesa dell’amnistia edilizia.
E così, in tutti e tre i Comuni flegrei che si affacciano sul mare, da anni e anni le pratiche dei vecchi condoni vengono lasciate ammuffire, nella certezza che tanto mai nessuno li andrà a distrurbare.



IL MATTINO 20 FEBBRAIO 2004

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