Melito, carabinieri sulle tracce dei killer

«Altolà… carabinieri» e poi due colpi sparati in aria. Due militari dell’Arma ieri, intorno alle 17, si trovavano poco distante dal luogo dove il 28enne Fortunato Scognamiglio è stato freddato a colpi d’arma da fuoco. Dopo aver udito gli spari provenienti dall’autosalone dove la vittima si era rifugiata per sfuggire ai sicari, i due militari si sono catapultati sul luogo dell’omicidio per primi, costringendo i killer a lasciare la moto e a fuggire a piedi scavalcando un muro. Molto probabilmente i due killer, confusi tra la folla, sono riusciti a farla franca. Ma gli inquirenti sono fiduciosi di trovare qualche elemento che conduca direttamente a loro. I sicari infatti, hanno agito a volto scoperto e la probabilità che siano stati intercettati da una delle telecamere di videosorveglianza del sistema Alpha sono, secondo gli inquirenti, alte. I carabinieri della compagnia di Giugliano hanno raccolto molti indizi sulla scena del delitto, anche all’interno di “Sergiolino Car” il negozio d’auto in Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Melito, dove Scognamiglio aveva cercato riparo invano.
La vittima è ritenuta affiliata al clan degli scissionisti di Secondigliano, dove da alcune settimane è in corso una guerra intestina per il controllo del territorio. Da anni ormai anche Melito viene ritenuta in parte sotto il controllo dei clan di Secondigliano, da quando la già sanguinosa guerra tra i Di Lauro e gli Amato fece contare centinaia di vittime. Il 28enne aveva lasciato il carcere appena due anni fa e molto probabilmente tentava di farsi largo per il controllo delle piazze di spaccio melitesi. Gli inquirenti sperano di acciuffare i due killer contando anche sull’isolamento da parte dello stesso gruppo criminale del quale i due farebbero parte. La dinamica dell’esecuzione del raid lascia molto a desiderare e con molta probabilità gli esecutori dell’omicidio di Scognamiglio hanno le ore contate.