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sabato, Giugno 22, 2024
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RIFIUTI, GUERRA PER TROVARE LE DISCARICHE
I sindaci del Giuglianese: no a Settecainate

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«Poteri alle Province? No grazie, per ora no». I presidenti delle amministrazioni provinciali sono preoccupati: «Le nuove discariche devono sceglierle Commissariato e società appaltatrice Fibe. Non possono scaricarci addosso le responsabilità da un momento all’altro, anche se siamo disponibili alla massima collaborazione istituzionale». Amato Lamberti, Francesco Maselli, Riccardo Ventre, Alfonso Andria, Carmine Nardone sono d’accordo. È la guerra per le nuove discariche dopo le rivolte ad Ariano e Parapoti. Sì a una discarica per provincia e alla provincializzazione del sistema, ma non è chiaro chi deciderà. Quattro ore e mezza di riunione, ieri in Prefettura a Napoli, con il neocommissario Corrado Catenacci, i prefetti e i presidenti delle province, da Roma il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Gianfranco Mascazzini. A riunione appena cominciata, dalla presidenza del Consiglio, dipartimento Protezione civile, partono le prime due ordinanze con le deleghe di poteri a Catenacci. Vengono definite passaggio di consegne, struttura e prima dotazione di fondi. Clima teso, anzi tesissimo in Prefettura. Che fare con l’immondizia che cresce nelle strade? «Importante riunione interlocutoria», rispondono i partecipanti, cercando di nascondere con le parole i volti insoddisfatti. La scelta delle discariche per gli scarti della lavorazione dei Cdr è la parte più controversa. La protesta dilaga da un capo all’altro della Campania, dovunque viene indicata un’area dove scaricare l’immondizia. «Siamo impegnati a fronteggiare l’emergenza – dice il commissario Catenacci – un’altra cosa è risolverla. Ho sentito due volte il ministro Altero Matteoli, ho incontrato il presidente Bassolino per chiarire alcune questioni». Fronteggiare, appunto. E bisogna fare presto. È una corsa, disperata, contro il tempo. Gli impianti Cdr sono alla paralisi. L’emergenza sta contagiando la parte più delicata e complessa del territorio campano: la provincia di Napoli. Cumuli di spazzatura si vedono in tutta l’area Nord, dopo i ripetuti blocchi del Cdr di Giugliano. A questo punto non basterà più aumentare la quota di rifiuti già da tempo inviata negli inceneritori tedeschi (1.200 tonnellate a settimana). Non basterà più inviare l’altra quota nella discarica di Orvieto (800 tonnellate al giorno). Ci vorrà un piano molto più consistente, forse molto più delle 80mila tonnellate di balle che nel maggio 2003 furono distribuite tra Puglia, Emilia Romagna, Umbria. Ma inviare fuori regione costa. E quanto costa. Chi paga? Il commissariato potrebbe dare un anticipo, non di più. Il resto, a sentire i bene informati, toccherebbe ai comuni, che altrimenti dovrebbero arrangiarsi con i siti di stoccaggio provvisori da aprire a colpi di ordinanze d’urgenza. Gli stoccaggi sono un incubo per tanti, perché vanno a fuoco, perché provocano le rivolte. Allora, tra le tante terapie c’è quella di inviare fuori regione. E, oltre alle spese di ordinario smaltimento nei Cdr, bisognerebbe aggiungere 15 centesimi al chilo. Gli esperti calcolano 510mila euro al giorno, un miliardo di vecchie lire. Ce la faranno i comuni con le loro casse sgangherate?


FRANCESCO VASTARELLA – IL MATTINO 13 MARZO 2004




Sindaci del Giuglianese in rivolta





In rivolta i sindaci dell’area a Nord di Napoli, che ieri hanno incontrato il prefetto Renato Profili e il commissario Corrado Catenacci per esprimere la preoccupazione sul riutilizzo della discarica di Settecainate, già allestita dalla Fibe. Si tratta di una vecchia cava per la quale il Commissariato per l’emergenza l’anno scorso formalizzò l’impegnò di non riaprirla. «Sul nostro territorio c’è una concentrazione pericolosa di vecchie discariche e di impianti», hanno spiegato Francesco Taglialatela (sindaco di Giugliano), Michele Schiano di Visconti (Qualiano), Lello Topo (Villaricca), Michele Pellecchia (vicesindaco di Melito). Ieri sera i primi blocchi in zona. Con un manifesto il deputato del collegio, Antonio Russo, ha invitato i cittadini a mobilitarsi.

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LA RIORGANIZZAZIONE




Il neocommissario Corrado Catenacci lavorerà nel week end per definire la squadra dei più stretti collaboratori. Probabilmente la struttura sarà resa nota lunedì, si parla di funzionari che hanno lavorato con lui anche ai tempi del terremoto. Alla squadra dovrebbero aggiungersi esperti che arriveranno da fuori regione. Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza quello di Ciro Turiello, già dirigente di aziende private e dell’Asia di Napoli, da alcuni mesi distaccato al Commissariato. Una task force che dovrà governare i flussi di rifiuti diretti nei Cdr, nelle discariche, le quote fuori regione.
«Qualche passo avanti nella riunione con presidenti di provincia e prefetti è stato fatto. Per trovare siti alternativi per lo scarico dei rifiuti servirà un po’ di tempo – avverte Catenacci -. L’individuazione delle aree avverrà d’intesa con Comuni e Province, si cercherà di non chiedere ulteriori sforzi alle comunità che hanno già dato».
Il neocommissario non vuole commentare la vicenda di Ariano Irpino, ma lascia trasparire la sua amarezza per la gestione della vertenza. «Sono deluso perché i cittadini non hanno creduto al mio impegno sulla bonifica. Inutili ora i presidi – spiega il commissario – perché non ci saranno tentativi di riutilizzo, ormai è chiaro. Uscire dall’emergenza avrà un costo, per ora non quantificabile. L’ordinanza di Protezione civile stanzia delle prime risorse, ma ne saranno necessarie altre. Le spese per andare fuori ricadranno sulla Campania. Potremo chiedere al governo solo delle anticipazioni», sottolinea Catenacci. Sul piano politico, il sottosegretario all’Ambiente, Antonio Martusciello, sottolinea il «nuovo segnale di attenzione» che il governo nazionale rivolge alla Campania.
«Bisognerà comportarsi in maniera leale con i cittadini – attacca Francesco Maselli, presidente della Provincia di Avellino -. La discarica di Ariano deve essere riaperta per la bonifica. Io sono contrario al riutilizzo anche per la sola provincia di Avellino». Sullo stesso tono Amato Lamberti: «Mi opporrò all’utilizzo della cava di Settecainate a Giugliano, che non può diventare lo sversatoio d’Italia. I siti alternativi? La situazione complessa. La Fibe ha un project financing, che credo sarà difficile cambiare».




CASERTA



Tra proteste e ordinanze quasi disperate dei sindaci si aggrava di fatto un’emergenza rifiuti che non vede soluzioni.
A S. Maria Capua Vetere il sindaco Enzo Iodice ritira l’ordin anza con cui aveva fatto sversare nel Cdr i rifiuti accumulatis i nelle strade, ma solo perchè la prefossa è satura e non ce ne vanno più. Il provvedimento, che di fatto ha trasformato in una discarica il Cdr, è riuscito a dare solo un giorno di sollievo alla città del foro.
E si estende anche ad altri Comuni la protesta contro la discarica di parco Saurino e contro il termovalorizzatore. E’, prevista, infatti, per oggi, con inizio alle 18.00, una fiaccolata di protesta e di speranza che partendo da Grazzanise, raggiungerà il vicino comune di S. Maria la Fossa. L’organizzazione dell’iniziativa è delle parrocchie di Grazzanise, S. Maria la Fossa e Brezza. Il corteo si comporrà innanzi alla Chiesa dell’Annunziata a Grazzanise e da lì si snoderà per via Tre Grazie, Via Diaz e Via C. Battisti per raggiungere Piazza Europa in S.Maria la Fossa. All’iniziativa aderisce il Comitato SOS S.Maria la Fossa (che aveva messo in programma analoga iniziativa) e il Comitato di protesta di parco Saurino. E’ l’occasione per ribadire con ulteriore decisione la volontà di un’intera area di sviluppare la propria vocazione zootecnica e agricola.
Si ricorderà che, sempre sul tema rifiuti, nel settembre del 2002, guidata da monsignor Bruno Schettino, vi fu un’altra manifestazione con corteo che da S. Maria la Fossa, raggiunse Grazzanise.
E un no deciso si è levato ieri sera da Parete a ogni possibile riutilizzo per l’emergenza in atto di impianti già chiusi in località «Tre Ponti», l’area delle discariche al confine con Villa Literno e Giugliano. Il vertice promosso dal comitato civico «Aria pulita» ha visto la partecipazione dei Comuni di Villa Literno e Trentola Ducenta (assenti Lusciano e Giugliano) e del comitato «Giugliano per la vita». La decisione è stata unanime: «Invieremo un appello al commissario Catenacci affinché non dirotti qui altri rifiuti, visto che il nostro territorio ha già dato», dice Salvatore Dell’Aversana, presidente di «Aria pulita». Nel documento si chiede anche l’accelerazione della messa in sicurezza e bonifica dei tanti siti esistenti sui “Tre Ponti” e lo stop all’arrivo delle ecoballe a Villa Literno: «Nell’intera area siamo arrivati a circa 100 ettari di terreno occupato dai rifiuti, siamo anche noi al collasso», fa sapere Dell’Aversana. Non va meglio sul litorale. Il sindaco di Mondragone, Ugo Conte, di fronte alla perdurante emergenza creata dalla mancata raccolta dei rifiuti, ha chiesto ai responsabili dell’azienda sanitaria di procedere con urgenza ad un sopralluogo presso le scuole.




IL MATTINO 13 MARZO 2004

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