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sabato, Giugno 22, 2024
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Rifiuti, crisi alle porte di Napoli

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NAPOLI. L’emergenza rifiuti si aggrava, raggiungendo la provincia di Napoli e diventando una minaccia per la città, finora risparmiata dalla mancata raccolta. Dopo Avellino, Benevento, Caserta, Salerno, il problema ha investito alcuni grossi centri dell’hinterland napoletano, come Giugliano, Afragola, Casoria, Arzano, dove la raccolta è sospesa da due giorni. I cumuli di immondizia crescono a dismisura, determinando un degrado che rischia di provocare gravi conseguenze dal punto di vista igienico-sanitario. Bassolino dichiara che «tutti devono dare una mano al commissario Catenacci». Ma i reiterati «no» alla riapertura delle discariche e all’attivazione dei Cdr complicano tutto.





L’allarme di Catenacci: «Non ci sono soldi»



PAOLO MAINIERO





Con la Campania che annega nell’immondizia, Corrado Catenacci si è gettato anima e corpo in un’impresa se non impossibile certamente difficilissima: tirare fuori la regione dall’emergenza. Ieri il commissario, che ha nuovamente incassato l’appoggio del presidente della Regione Antonio Bassolino («bisogna lavorare e bisogna che tutti diano una mano a Catenacci»), ha incontrato la Fibe e nel pomeriggio è stato a Salerno. E qui Catenacci è tornato su una delle questioni più spinose, le risorse. «Meglio neanche parlarne di fondi, al momento non esistono. Dovremmo trovare le istituzioni che li anticipano, tenendo conto che si tratta di servizi che hanno un costo notevole ma che, tuttavia, devono essere sostenuti dalle comunità locali». In sostanza i Comuni. Catenacci ha anche ribadito qual è la sua missione. «L’emergenza dura da anni, il governo mi ha mandato qui per riportare tutto all’ordinario. Ci auguriamo che tra qualche mese questi compiti possano essere attribuiti nuovamente agli enti locali che sono quelli istituzionalmente preposti». Quanto alla Fibe, anche alla società che gestisce il ciclo dei rifiuti il commissariato ha posto la questione delle risorse ricordando che gli oneri economici dello smaltimento di fos e sovvalli spettano anche alla stessa azienda. «La Fibe faccia la sua parte», ha detto Catenacci riferendosi anche a un contributo tecnico che la Fibe è chiamata a dare in questi giorni per fronteggiare l’emergenza. Resta in piedi, poi, la questione del contratto, che va verificato perchè, sostiene il commissariato, appare evidente che le difficoltà di questi giorni testimoniano che ci sono dei punti deboli. Intanto, il commissariato tratta con le altre regioni per il trasferimento non solo degli scarti di Cdr ma anche dei rifiuti: qualche trattativa è già stata chiusa, altre sono in corso. Top-secret i nomi delle regioni.
L’emergenza cresce. Le città a nord di Napoli rischiano il collasso. Da due giorni la raccolta è ferma, i cittadini incendiano i cassonetti e i cumuli di rifiuti che in qualche caso addirittura ostruiscono l’accesso ai portoni. Situazione pesante a Casoria, Afragola, Arzano, Qualiano, Giugliano. In quest’ultimo Comune la discarica di Settecainati è presidiata giorno e notte per scongiurare una eventuale riapertura. Il clima non è dei migliori, e l’emergenza comincia a toccare Napoli.
Emergenza pesante in Irpinia. Chiare le parole del prefetto Costantino Ippolito: «La situazione è molto più grave di quanto non appaia». La raccolta dei rifiuti, a partire da Avellino, anche ieri non è stata effettuata. Mancanza di aree per lo stoccaggio provvisorio ma anche difficoltà a reperire cassoni «scarrabili» in cui custodirli continuano a rappresentare difficoltà enormi. Le speranze di uscire dall’impasse sono legate alla riapertura del Cdr di Pianodardine. Il presidente della Provincia Francesco Maselli ha ribadito la sua «collaborazione con il commissario» ma rispetto alla provincializzazione della gestione dei rifiuti ha posto precisi paletti: riportare alla normalità l’emergenza e, nella media prospettiva, rivedere ruolo e attività della Fibe che ha rivelato «una preoccupante inadeguatezza a svolgere i compiti affidatigli». Non meno complessa la situazione nel Sannio, dove la raccolta è ferma da due giorni. Il Cdr di Casalduni resta chiuso e i sindaci si stanno prodigando per trovare siti di stoccaggio. Ieri, vertice in prefettura cui ha partecipato anche il sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli. L’obiettivo è di liberare i piazzali del Cdr di Casalduni e dell’impianto di tritovagliatura di Paolisi per utilizzarli come siti di stoccaggio, mentre la Provincia avrebbe dato la propria disponibilità a concorrere alle spese. Piena emergenza anche nel Casertano. Strade e piazze dell’Aversano e del litorale domizio sono invase dai rifiuti. I cittadini sono esasperati, cresce l’allarme sanitario. A Mondragone scuole chiuse per tre giorni.

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GIUGLIANO


Nel Napoletano è l’area a Nord della città a suscitare le maggiori preoccupazioni. Tra Giugliano, Casoria, Qualiano, Villaricca, Arzano, la raccolta dei rifiuti è ferma da due giorni e i cumuli di rifiuti in alcuni casi impediscono il passaggio pedonale oltre che l’accesso ai palazzi. In altri Comuni, invece, la raccolta procede a singhiozzo da quasi una settimana. A Giugliano, l’accesso alla discarica di Settecainati è presidiato dai cittadini che ne temono la riapertura.





IL MATTINO 16 MARZO 2004

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