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martedì, Luglio 2, 2024
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Ingroia a Giugliano: «Cercare sempre la verità»

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Sabato scorso il magistrato antimafia Antonio Ingroia è stato ospite nella sede di Libera a Giugliano per presentare il suo libro “Nel labirinto degli dei – storie di mafia ed antimafia”. Nell’aula magna dell’Istituto Fratelli Maristi di Giugliano (dove appunto ha sede il presidio di Libera, ndr) il procuratore aggiunto di Palermo è stato accolto da una folta platea. Alla discussione hanno preso parte anche Eliana Iuorio, Vincenzo Viglione e Salvatore Micillo del Presidio Libera di Giugliano e giornalisti della web radio “Wrong” (Radiosiani.com), oltre a Giorgio Banaudi, preside dell’Istituto Maristi. Tra il pubblico anche Raffaele Del Giudice, presidente di Asìa e storico attivista dei movimenti ambientalisti a Napoli nord, già responsabile di Legambiente Campania. Da registrare però la quasi assenza delle istituzioni locali.

Ingroia da sempre protagonista della lotta alla mafia, viene considerato il discepolo di Falcone e Borsellino, con i quali ha lavorato prima delle tristemente note stragi di Capaci e Via D’Amelio che vent’anni fa uccisero i due giudici siciliani impegnati nella lotta a Cosa Nostra. Proprio riferendosi ai due giudici uccisi dalla mafia «non bisogna dimenticare – ha detto Ingroia, – e bisogna continuare a cercare tutta la verità, perché la verità non è un dovere di pochi, ma il diritto di tutti». Sottolineando il problema dell’omertà che da sempre contraddistingue le popolazioni schiave delle organizzazioni criminali. L’impegno di tutti, quindi, dovrebbe essere sempre rivolto alla ricerca della verità: «C’è un’Italia che vuole la verità a tutti i costi e un’altra che la vuole solo finché è compatibile con i propri interessi» ha aggiunto Ingroia. E spiega che anche le mafie si evolvono. «Cè una mafia vecchia e una nuova», ha spiegato il magistrato siciliano, riferendosi ai colletti bianchi che si nascondono nella società civile fino ad arrivare dentro alle istituzioni da dove manovrando le scelte politiche, influenzano i centri del potere economico-finanziario, ed è in questo periodo di crisi che l’azione delle nuove mafie è più evidente perché soffocando la crescita inibiscono la ripartenza economica.
E’ stata alta anche la partecipazione tra il pubblico. Molti infatti hanno voluto fare domande al magistrato antimafia che non si è sottratto alle questioni che gli venivano poste. Ha trovato spazio nella discussione anche il tema delle ecomafie. Qualcuno dal pubblico non ha dimenticato di citare lo storico soprannome che il Giuglianese si porta dietro da decenni, ovvero: la “Terra dei fuochi”.

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