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sabato, Maggio 18, 2024
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Medici di famiglia e osservatorio permanente sui tumori

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Ogni anno sui nostri territori si stima una percentuale crescente di nuovi casi di tumore. L’incidenza di mortalità e morbilità è tra le più alte d’Italia. I dati sembrano allarmanti e da più parti nascono gruppi spontanei di cittadini e comitati scientifici che chiedono un intervento dello Stato. «Affrontiamo-afferma il dottor Aniello Cecere, presidente della Co.Me.F, cooperativa di medici di famiglia- quotidianamente, con i nostri pazienti, i disagi legati all’insorgenza di neoplasie e patologie dell’apparato respiratorio». L’incremento è una fotografia del territorio, dell’ambiente e non ultimo degli stili di vita non sempre corretti. In Campania si muore ancora tanto di cancro perché non sempre si riesce a fare diagnosi precoce, e la prevenzione spesso non è adeguata. «Abbiamo deciso, quindi, spiega il presidente Cecere, con altri colleghi, di promuovere, coinvolgendo cooperative e associazioni di medici di altri distretti dell’Asl Napoli2, la realizzazione di un osservatorio permanente sui tumori nella “Terra dei Fuochi”». Lo scopo, quindi, è quello di informare i cittadini, monitorare e creare una mappatura dei tumori sul territorio. Offrire alla collettività indicazioni precise sulle cause dell’incidenza tumorale. Evidenziare le aree con un maggior incremento e portare alla luce, laddove ci sono le relazioni, le cause; effetti non di uno stile di vita scorretto, ma di esposizione a sostanze tossiche e cancerogene, frutto spesso dello smaltimento illecito dei rifiuti. L’idea, ambiziosa, ma non impossibile, di mettere in rete risorse e dati, già, in possesso di ciascun medico di famiglia. «Infatti -sottolinea Cecere – noi siamo i primi ad avere informazione sull’insorgenza della neoplasia, a seguire il decorso completo e a conoscere informazioni utili che, elaborate con competenza, possono dare una corretta lettura del problema». Già nel nel 2006, avvalendosi di un sistema di elaborazione dati GIS (Geographical lnformation System) quaranta medici afferenti alla CoMEF avevano realizzato uno studio. Ora lo stesso progetto potrebbe coinvolgere più di duecento medici di base e altrettanti potrebbero decidere di aderire spontaneamente «Noi come medici di famiglia sentiamo la responsabilità di offrire il nostro contributo e ha concluso Cecere, questo “Cancro” si sconfigge con il contributo di tutti».

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