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sabato, Maggio 18, 2024
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PADRE PIO «PROTETTORE» DELLE DISCARICHE
Qualiano, tra vecchi e nuovi rifiuti spunta la statua del santo

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QUALIANO . Protettore delle discariche, difensore degli oppressori. A Qualiano anche i santi fanno un altro mestiere. Succede così che una gigantesca statua di padre Pio faccia da bella mostra tra gli sversatoi abusivi di via Ripuaria, località Scalzapecora, a metà strada tra Giugliano e Villaricca. Il gesso, sistemato in un’auto dismessa, è stato piazzato proprio sull’alveo dei Camaldoli, a ridosso dell’arteria che conduce sul litorale. Padre Pio è lì che ti chiama con le sue braccia sempre pronte ad accogliere tutti. «La vede quella raggiera alle spalle del santo? E’ stata realizzata con le lamiere di uno scaldabagno- dice un vecchio passante-. Ci hanno anche installato le luci di Natale, così la sera si illumina».

Una strada racconta sempre la storia dei territori che attraversa. E questa è invariabilmente un storia di abusi: edilizi, ambientali, civili. Abusivi sono gli scarichi che quotidianamente finiscono nell’alveo borbonico dei Camaldoli, abusivi sono gli edifici che affacciano sul vecchio letto, visto che le «X» di cemento a rafforzare i pilastri sono la prova che la stabilità degli edifici è incerta. E abusiva sarebbe anche la statua di Padre Pio, per la Chiesa solo beato fino a qualche anno fa, ma che a Qualiano è già santo da una vita. Protettore dei guaglioni che controllano il territorio, che avvertono le «famiglie» sui movimenti sospetti. Padre Pio, insomma, è un punto di riferimento. Non solo religioso. La statua guarda direttamente alla discarica Alma, l’immondezzaio di Villaricca chiuso quattro anni fa. In basso c’è l’alveo dei Camaldoli, il vecchio letto che inghiotte rifiuti da una vita. A poche decine di metri si trova, infine, la discarica di Settecainte, la cava che dallo scorso maggio accoglie la frazione umida in uscita dai Cdr.

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Di notte, qui, l’unica fonte luminosa è fornita dai roghi che la camorra dei veleni accende a ridosso delle strade: tonnellate di rifiuti altamente nocivi che bruciano senza sosta. E poi c’è la statua di Padre Pio, illuminata a giorno tra i rifiuti di vecchia e nuova generazione. Per sapere se il gesso sacro è in regola con la legge degli uomini oltre che con quella del Padreterno, qualche automobilista si è rivolto ai vigili urbani. Gli agenti della polizia municipale hanno immediatamente disposto un sopralluogo. «Via Ripuaria – spiega il comandante Angelo D’Onofrio – è una strada provinciale. Ogni utilizzo del suolo pubblico è condizionato ad una precisa autorizzazione. Siamo già al lavoro per verificare eventuali violazioni». Il dibattito intorno al gesso sacro è aperto. Per qualcuno «è una statua di cattivo gusto». Per altri «non c’è niente di male». «In Paradiso i santi devono pure esserci – racconta, divertita, una residente – ma se sono presenti anche in terra, questo non guasta di certo…».

Nell’area, secondo uno studio dell’Istituto superiore di sanità, assieme ai rifiuti è cresciuto il lavoro per i medici. Si è registrato un «significativo aumento» dei tumori maligni di polmone, pleura, laringe, vescica, fegato ed encefalo. Ma questo Padre Pio non lo sa.



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