Nessuna buona notizia per il Santuario dell’Annunziata. Continua il
palleggio di responsabilità tra l’Azienda Sanitaria Locale Napoli 2
Nord, la Sovraintendenza e la Curia. Una querelle grottesca
che scuote Giugliano da ormai 14 anni, da quando il Santuario è
ingabbiato da impalcature e transenne che ne oscurano lo splendore.
La bellissima facciata, il campanile, la cupola, l’interno barocco e
l’altare maggiore costituiscono per la città di Giugliano un patrimonio
artistico, culturale e religioso dal valore inestimabile. Promesse,
speranze e grattacapi dal lontano 2001, quando il quadro di Massimo
Stanzione, appena restaurato in occasione del Giubileo del 2000, si
distaccò in seguito al rosicchiamento del cornicione causato dai ratti.
Inoltre durante il sopralluogo venne rilevata una grande quantità di
escrementi di piccione. Il celebre dipinto fu portato presso il Palazzo
Reale di Piazza del Plebiscito, e l’ing. Maiello, responsabile tecnico di
allora, ritenne opportuno montare l’impalcatura per poi intraprendere i
lavori di restauro e messa in sicurezza.
La scelta di acquistare e non
fittare la struttura di sostegno, fece pensare sin da subito a tempi
biblici. Anni di speranze e silenzi, hanno segnato una vicenda lunga e
ingarbugliata, “vizi di forma” come la definisce Don Vincenzo
Apicelli, rettore del Santuario: “Ho sollecitato più di una volta la
Sovrintendenza, ma non ho ottenuto nulla. Bisogna liberare la chiesa
da questa gabbia. Lo vuole tutto il quartiere, trovo ingiusto che una
chiesa così bella debba essere rovinata per troppo tempo dalle
impalcature. E’ evidente l’aggravarsi dello stato dell’edificio”.
Non
usa mezzi termini don Apicelli, che da diversi anni si prende cura del
Santuario patrimonio dell’Asl NAa2. “È una vergogna che nessuno ci
liberi da questo peso. L’Asl non ci informa di nulla, ma dovrebbe farlo
perché stiamo parlando di un bene che appartiene anche ai cittadini. Io
capisco che il loro compito non è quello di restaurare le Chiese, ma
qualcuno dovrà pure intervenire – aggiunge- chi mi dice che la
struttura sia collaudata per restare ancora qui? La mia preoccupazione
sono le quattro tele avvolte nel cassettone e soprattutto le maioliche
che si stanno distruggendo a causa del peso della struttura”.
Tanti sono
stati gli sposi che in questi anni hanno rinunciato allo storico Santuario
perchè quell’impalcatura tanto imponente quanto fatiscente, proprio
non va giù a chi vorrebbe il giorno delle loro nozze più che perfetto.
Occorre fare i conti, quindi, anche con il calo dei matrimoni e di
conseguenza anche degli introiti finanziari derivanti dagli oboli con i
quali il santuario fa fronte alle spese ordinarie. “Abbiamo
completamente provveduto al restauro della cappella, che è di
proprietà della congrega. È vero abbiamo tante disdette –aggiunge don
Apicelli- ma per fortuna ci sono coppie che nonostante le impalcature
scelgono di volersi sposare lo stesso nella nostra chiesa che resta tra le
più belle e simboliche di Giugliano”.
Se da un lato, però, l’appello del
rettore potrebbe far sperare in qualche intervento immediato, dall’altro
lato c’è chi analizza la questione in maniera tecnica e realistica. Il
responsabile dell’Azienda Sanitaria Locale Na 2 Nord, Ingegnere
Antonio Galdiero chiarisce la situazione “Si è alzato un polverone
attorno a una vicenda che è ormai nota a tutti, anche il rettore ne è a
conoscenza. Il Santuario è sottoposto alla Sovraintendenza dei beni
architettonici e questo è stato utilizzato in modo pretestuoso. Dal 2007
ad oggi sono stati fatti interventi tampone che sono costati all’Asl circa
250 mila euro in termini di riparazione ordinaria”.
Carte alla mano
l’Ing. Galdiero, non intende retrocedere di un passo e stila tutte le
ragioni dell’Azienda di cui si fa portavoce: “Nel 2007 venne fatta
richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri dei proventi per
ristrutturare e riparare i danni, facendo ricorso all’otto per mille. La
richieste venne messa all’ordine e ogni anno la proposta veniva
reiterata. Nel 2010 ci furono assegnati i fondi – sottoliena Galdiero –
ma nel 2011 quando doveva partire la gara d’appalto, l’allora
presidente del Consiglio Monti ritirò tutti i soldi. Abbiamo rinnovato
l’istanza fino al 2013, portando anche modifiche e rimodulando il
progetto in base al mercato che cambiava- afferma l’Ingegnere- ma
non abbiamo ricevuto risposta. Il Santuario anche per noi è una palla
al piede”.
“Io proporrei alle persone della congrega di costituirsi come
una società Onlus, potendo così usufruire del beneficio del 2xmille
sulla dichiarazione dei redditi. Noi intanto come Asl potremmo dare la
Chiesa in convezione alla Onlus e lasciarlo gestire a loro sia per la
manutenzione straordinaria che quella ordinaria. Questa soluzione a
mio parere sortisce effetto e non grava su nessuno. Anzichè piangerci
addosso, posso mettere a disposizioni anche le mie competenze
specifiche in materia e gestire la gara d’appalto, e sarà il mio
contributo da cittadino giuglianese – afferma. Inizialmente il
preventivo si aggirava attorno a due milioni di euro, oggi invece si
parla di circa 3 milioni, una somma troppo esosa per le nostre tasche”.
Ha le idee chiare l’Ing. Galdiero messo alle strette anche da una sanità
con l’acqua alla gola. “Il rettore si lamenta, ma la verità è questa, non è
giusto utilizzare lo strumento della nota per forzare la direzione
dell’azienda, si ricordi che noi facciamo sanità prima di tutto”
conclude.
ha collaborato Ivana Ciccarelli
Pubblicato su AbbiAbbè del 3 Ottobre 2015