Conduce al clan Licciardi la pista principale seguita dagli investigatori per risalire agli autori dell’incendio doloso alle vetture delle due donne, madre e figlia. La zona infatti è contesa da tempo tra i“Capitoni”, indeboliti dai pentimenti dei fratelli boss Mario e Carlo Lo Russo, e il gruppo con base nella Masseria Cardone. In particolare i contrasti, scoppiati l’anno scorso, sono continuati dopo la clamorosa decisione dei due attuali pentiti. In ballo c’è il predominio dei traffici di droga, principale se non unico business camorristico a Miano. Un affare non da poco se si pensa al numero delle piazze dispaccio. E’ vero che i Lo Russo non sono affatto finiti, come la maggior parte degli investigatori, ma indubbiamente a Miano lo spazio criminale per il clan Licciardi poteva aumentare ed è effettivamente aumentato. Così come lo stesso ragionamento fatto per i “Capitoni” vale per i Mallo, decapitati nei vertici ma non cancellati dalla lista dei clan attivi. Basti pensare che le indagini dei carabinieri e della polizia sul giovane ras Walter hanno evidenziato che poteva contare su una quindicina di affiliati: lui e i due luogotenenti sono stati arrestati, gli altri sono in libertà.
Minacce ai parenti del boss pentito Lo Russo, la traccia porta ai Licciardi della Masseria Cardone
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