MELITO. Arrestato, condannato, scarcerato e di nuovo arrestato. Tutto in 72 ore. La storia di Aldo David, 21enne di Qualiano, ha dell’incredibile. Il giovane è stato sorpreso mentre spacciava alcune dosi di sostanze stupefacenti in via Ticino, a Melito, nemmeno due ore dopo la sentenza che lo aveva condannato a un anno e otto mesi di arresti domiciliari (pena sospesa). Anche tre giorni prima il ragazzo era stato arrestato nel corso di un blitz antidroga in via Ticino. E in quella famigerata «piazza» di spaccio gestita dagli «scissionisti» del clan Di Lauro i carabinieri della compagnia di Giugliano, diretti dal tenente Vincenzo Massimiliano Russo, lo hanno pizzicato nuovamente. Ma in vesti differenti. Se la prima volta il giovane faceva da «palo», stavolta era lui stesso a spacciare. Una promozione, un «avanzamento di carriera» per aver scontato un giorno di carcere. Così il clan «premia» i suoi ragazzi, proprio come se fosse un’azienda. E come in un’azienda le promozioni implicano un maggiore guadagno economico, anche per il 21enne non è mancata la ricompensa: dalle 150 euro incassate ogni giorno in qualità di «sentinella» alle 250 previste per un pusher.
Il giovane pregiudicato, però, non ha avuto il tempo di godersi l’aumento. I militari del nucleo operativo lo hanno riconosciuto mentre spacciava nel rione «219»: lo hanno inseguito senza riuscire ad afferrarlo, ma lo hanno poi ammanettato nella sua abitazione di Qualiano.
