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RIMORCHIO KILLER AD ACCERRA

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PINO NERI – Il Mattino 30 agosto 2002


È l’ennesima storia da una terra violentata, saccheggiata da trafficanti di rifiuti senza scrupoli. Ecomafiosi che stavolta non si sono limitati a scaricare le immondizie dai loro camion. Stavolta, gli inquinatori hanno preferito abbandonare nella campagna di Acerra direttamente un autoarticolato con tutto il suo carico di veleni. Il rimorchio-killer, color rosso, è ancora lì, in località Pizzomontone, nei terreni coltivati al confine con Polvica di Nola, la piccola frazione delle miniere di calcare che hanno sfigurato le colline preappenniniche, distanti un tiro di schioppo dal luogo del ritrovamento di questa ulteriore bomba ecologica.
Il tir pieno di immondizie di ogni sorta è stato trovato dai contadini che hanno avvertito le forze dell’ordine. Quindi, il sequestro, disposto dalla Procura di Nola. Intanto i rifiuti sono rimasti all’interno del rimorchio e per far sparire qualsiasi indizio sulla provenienza del camion è stata incendiata la parte posteriore, dov’erano impressi i codici e sistemata la targa naturalmente asportata. Della cabina di comando non c’è traccia, forse è nascosta in qualche altra campagna.
Dunque, i trafficanti di immondizie a rischio hanno di nuovo messo in pericolo il già traballante ecosistema della vasta pianura a oriente di Napoli, tra Acerra e Nola.
Accanto al rimorchio dei rifiuti, il greto dei Regi Lagni, l’ex canale pluviale ridotto allo stato di fogna a cielo aperto che, in questi giorni di pioggia, risulta ancora più puzzolente del solito. Il letto dei liquami si è infatti alzato, proprio accanto alle coltivazioni di ortaggi, a pochi passi dai piloni della superstrada Nola-Villa Literno.
Insomma tutto qui, ha il sapore di una terra degradata sospesa tra agricoltura e industria. Un’agricoltura sempre più debole e un’industria sempre più in crisi. A qualche centinaio di metri da contrada Pizzomontone si può poi distinguere il profilo basso e bianco dello stabilimento «Alenia» di Nola. E davanti al recinto di questo grande impianto industriale c’è un’altra, enorme, discarica abusiva: quella di Boscofangone. Spesso questo sversatoio ha preso fuoco e il fumo sprigionato dalle immondizie qualche volta è stato così pericoloso da costringere al ricovero in ospedale decine di operai dell’azienda aereonautica.
A questo punto è certo: l’area tra Acerra e Nola è il nuovo epicentro dell’ecomafia campana. Un dato comprovato dal fatto che appena due settimane fa la Procura ha sequestrato un’altra grande discarica abusiva, sempre ad Acerra: mezzo chilometro di rifiuti tossici scaricati nell’alveo di un ruscello che nasceva dalla sorgente di acque minerali del bosco di Calabricito. Qualche anno fa, inoltre, quella sorgente, ubicata tra l’altro in una zona archeologica, è stata distrutta da due grandi opere pubbliche, un’autostrada e una linea ferroviaria.
L’alveo si è così prosciugato e a quel punto gli scaricatori di immondizia hanno avuto gioco facile trasformando il Gorgone in un gigantesco ricettacolo di rifiuti industriali. Ora il territorio di Acerra assomiglia sempre più a un malato grave tenuto a stento in vita mentre tutti fanno appello a un risanamento ancora troppo lontano.

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