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INDUSTRIA, SEGNALI DI RIPRESA PER LE AZIENDE CAMPANE. MA IL PIL E’ IN CALO

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Centotrenta ore di sciopero per i lavoratori dell´Imeva Galva center di Benevento (barriere stradali). Si sono opposti al piano di ristrutturazione che voleva tagliare la manodopera e fare ricorso a ditte esterne e l´hanno spuntata: vanno in ferie con un accordo sindacale. Buone vacanze anche per i 50 dipendenti della Bicron di Avellino (componentistica per elettrodomestici). Dopo 70 ore di sciopero, si è raggiunta un´intesa: i lavoratori verranno riassorbiti nell´Ocevi, orbita Fiat, componentistica per macchine agricole. Due buone notizie, e non sono le sole, nello scenario dell´economia campana che gli esperti definiscono in recessione. Gli indicatori più recenti registrano il segno negativo del pil regionale in tutti i settori, eccetto quello delle costruzioni. L´epicentro della crisi è l´industria, con meno 3,3% nella produzione e meno 3,4% nell´occupazione. Il comparto dei posti perduti annovera 85 aziende metalmeccaniche gravate da crisi di produzione, per un totale di 11 mila lavoratori dei quali 6.500 in cassa integrazione e mobilità.
Emblematico il caso della Ixfin di Caserta, e destino incerto per gli 850 lavoratori del gruppo Pugliese che ha rilevato la ex Olivetti di Marcianise. Un´emergenza nella quale dovrebbe intervenire il ministero delle Attività produttive. Il sindacato ha chiesto che si creino le condizioni per il ricorso alla legge Prodi (amministrazione straordinaria e cassa integrazione). Salvataggio in corner per l´Exide, azienda napoletana che, dopo aver sfiorato la chiusura, ha trovato lo spiraglio per ricollocare 90 addetti. «Il rilancio delle attività industriali è essenziale per la ripresa dell´intera economia regionale», afferma Maurizio Mascoli, segretario della Fiom. In questa direzione, secondo il dirigente sindacale, va la politica avviata dalla Regione «sia con il disegno di legge presentato dall´assessore Cozzolino per il credito di imposta, sia con il Paser, fondi residui recuperati e destinati all´industria dell´auto, cantieristica, aereonautica, agroindustria. Si concentrano le risorse con scelte di priorità nei settori strategici».
Difficoltà pesano sul settore elettronico intrecciato con il manifatturiero informatico. Alla Finmek – ex Italtel di Santa Maria Capua Vetere con 700 addetti ed ex Ericsson di Pagani con 300 unità – cassa integrazione per tutti. Si sta trattando con un´azienda russa per costruire una nuova società con la partecipazione di Sviluppo Italia e altre aziende. Sviluppo Italia è anche intervenuta con successo nel caso della giapponese Denso, sede ad Avellino, produttrice di climatizzatori per Fiat: 850 dipendenti. Alcune produzioni stavano per essere esportate in Slovacchia. Un negoziato sindacale ha definito invece investimenti per 63 milioni anche ad Avellino, utili a consolidare e incrementare l´occupazione con altri 50 addetti.
Cruciale per le prospettive industriali resta, tuttavia, il nodo Fiat. «Il punto che rivendichiamo è che siano riconfermati gli investimenti a Pomigliano per la nuova 147 che si chiamerà 149 – sottolinea Mascoli – perché da questo dipende il futuro non solo dello stabilimento di Pomigliano, ma di tutto il settore della componentistica legata alla Fiat, che conta circa 30 mila tute blu». In evoluzione la Fma Fiat di Pratola Serra, con investimenti sul nuovo motore, il Multijet 1600 diesel.
A Napoli, nell´area orientale, si attende ancora il decollo del contratto di programma del Consorzio Genesis, con iniziative di bonifica sui suoli Fintecna. Lunghissima vertenza quella dell´Ergom, l´ex Fiat di Napoli ora gruppo Ciminelli, che con circa 900 lavoratori realizza tutte le parti in plastica dei modelli Alfa: accusa perdite significative e c´è scontro sull´ ipotesi di delocalizzazione delle attività. Qualche luce sull´aeronautica dopo la scelta di Finmeccanica di realizzare a Grottaglie, in Puglia, il nuovissimo 787. Alenia Aeronautica e Sviluppo Italia annunciano una collaborazione per la costruzione a Pomigliano d´Arco di nuovi laboratori di ricerca e calcolo in grado di generare 205 nuovi posti di lavoro. Il progetto prevede investimenti per 44 milioni di euro, con un apporto finanziario di Sviluppo Italia (26 milioni).
Problemi per l´Avio di Pomigliano. La decisione dell´Alitalia di sospendere la commessa per la revisione di motori di aerei mette a rischio circa 300 posti. Avio è per il 70% frutto dello shopping in Europa e in Italia del fondo Carlyle mentre il 30% è di Finmeccanica.
Vento in poppa per Ansaldo Sts che, tramite la controllata Ansaldo, segnalamento ferroviario, si è aggiudicata da Trenitalia una commessa per due anni di 288 milioni di euro per la fornitura e l´installazione di 450 apparecchiature del sistema di controllo “marcia-treno” e di 950 apparati radio Gsm-r da installare sulle locomotive ed elettrotreni di Trenitalia. La quota di competenza di Ansaldo Sts, mandataria di un raggruppamento temporaneo di imprese con Ansaldo Breda e Alstom, ammonta a 97 milioni di euro.


Patrizia Capua- Repubblica Napoli 14 agosto 2006

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