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venerdì, Aprile 19, 2024
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ALLARME TUMORI: LO STUDIO DELLA PROTEZIONE CIVILE

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La notizia è stata diffusa il 21 marzo scorso e i dati definitivi saranno noti a maggio, ma gia’ oggi «e’ lecito affermare che decenni di gestione illegale e incontrollata dei rifiuti in Campania hanno prodotto effetti sanitari negativi misurabili»: esiste cioe’ un legame tra alcuni tipi di tumori e malformazioni e la vicinanza a discariche abusive. E’ quanto sostiene uno studio sull’impatto sanitario del ciclo rifiuti in Campania, promosso nel 2004 dal Dipartimento della Protezione civile tra le attivita’ di supporto all’ ufficio del commissario per l’emergenza rifiuti. Lo studio si trova nel ‘Documento programmatico’ per superare la situazione di crisi, che l’attuale commissario straordinario Guido Bertolaso ha presentato nei giorni scorsi alla commissione Ambiente del Senato. Lo studio, commissionato dal Dipartimento, e’ stato coordinato dal centro ambiente e salute dall’Organizzazione mondiale della Sanita’, con la collaborazione del Cnr, dell’Istituto superiore di Sanita’ e della regione Campania. E si e’ basato su dati provenienti dai nastri di mortalita’ dell’Istat. Le analisi, dice lo studio, «hanno consentito l’identificazione di un’area nella quale la mortalita’ generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente elevati rispetto ai valori regionali». Una zona che comprende alcuni comuni delle province di Caserta (Aversa, Capodrise, Casagiove, Casal di Principe, Caserta, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano D’Aversa, Santa Maria Capua Vetere, San Nicola la Strada e Villa Literno) e Napoli (Afragola, Arzano, Caivano, Casoria, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Marigliano, Melito di Napoli, Mugnano di Napoli, Pomigliano D’Arco, Sant’Antimo e Volla). Sono stranamente assenti i comuni di Qualiano e Villaricca, che nonostante si trovino al centro dell’area evidenziata, non vengo menzionati. Per quanto riguarda le cause dei tumori, le principali sono «riconducibili a fattori legati allo stile di vita (alimentazione, fumo, infezioni) e ad esposizioni professionali». E seppur al momento «non confermate – afferma lo studio – esistono pero’ segnalazioni epidemiologiche che li hanno messe in relazioni ad esposizioni strettamente ambientali derivanti dalla vicinanza residenziale a discariche abusive». L’ultima fase del lavoro e’ proprio quella di effettuare l’analisi statistica dei dati sanitari e ambientali, per vedere se c’e’ «un’associazione tra la presenza di siti di smaltimento e abbandono dei rifiuti e fenomeni patologici rilevanti» Questa fase e’ in via di conclusione, ma nel rapporto consegnato ai senatori c’e’ gia’ una priva valutazione. «L’analisi dei dati e’ ancora in corso e il rapporto definitivo sara’ disponibile entro il prossimo mese di maggio – scrivono gli esperti – E’ tuttavia gia’ possibile evidenziare l’esistenza di un’associazione tra alcuni effetti di salute (mortalita’ per alcuni tipi di tumore, incidenza di alcune tipologie di malformazioni) e la prossimita’ a siti di abbandono incontrollato dei rifiuti». Tale nesso, prosegue lo studio, «necessita’ evidentemente di analisi e valutazioni ulteriori, ma, e’ lecito affermare che decenni di gestione illegale e incontrollata dei rifiuti in Campania hanno prodotto effetti sanitari negativi misurabili, su un territorio gia’ gravato da situazioni di deprivazione socio-economica e penalizzato per quanto riguarda l’accesso ai servizi sanitari».

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