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martedì, Maggio 21, 2024
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PONTE RICCIO, MURO UMANO PER FERMARE LE RUSPE

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Esplode la rabbia a Giugliano




dall’inviato


GIUGLIANO – La rabbia di Ponte Riccio è esplosa nel tardo pomeriggio di ieri, con una progressione che ha scosso il quartiere. I residenti hanno bloccato la costruzione di una piattaforma di cemento armato destinata allo stoccaggio di ecoballe di cdr, che sta per «combustibile derivato dai rifiuti». E’ un braccio di ferro estenuante quello tra Commissariato e abitanti. “Basta puntare su Giugliano –accusano i residenti – siamo diventati l’immondezzaio della Regione”. L’area Asi di Ponte Riccio – meno di otto chilometri dal centro città – è infatti la sede di uno dei sette cdr della Campania, oltre che di una mega piattaforma per lo stoccaggio (120 mila metri quadrati) del cdr. Quella in costruzione sarebbe l’ultima. La piazzola, già inizialmente spianata dalle ruspe delle Fibe (la società che ha vinto la gara d’appalto per la costruzione degli impianti di rifiuti in Campania), è a meno di quaranta metri dalle case.

Ieri pomeriggio circa trenta donne hanno impedito alle ruspe il prosieguo dei lavori, sdraiandosi davanti ai mezzi. A riportare la calma sono state le forze dell’ordine, accorse sul posto. Momentaneamente i lavori sono fermi. “Ci hanno detto che hanno tutte le carte in regola e che torneranno la settimana prossima con la polizia– sbotta Tilde Adamo, consigliera circoscrizionale del Prc e portavoce del comitato Ponte Riccio-. Questa volta non l’avranno vinta: mi farò arrestare per difendere il nostro diritto a respirare. Siamo stanchi – aggiunge – di essere presi in giro dal Commissariato di Governo”. Ma questo è solo l’ultimo atto di uno scontro che non conosce soste. Polemiche, manifestazioni e proteste contro Fibe, amministrazione comunale e Regione vanno avanti da oltre otto mesi, da quando dal cdr di Giugliano hanno preso a levarsi insopportabili miasmi. Qui, tra Qualiano e Casal di Principe, nella terra d’origine dell’ecomafia, i rifiuti sono l’industria trainante. Ponte Riccio, 82 ettari di terreno al confine tra Villaricca e Qualiano, è il quartiere simbolo di un affaire senza precedenti. Le discariche legali si aggiungono alle decine di sversatoi abusivi e alle cave per l’estrazione di pozzolana riutilizzate per smaltire rifiuti tossici.

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Tutto l’hinterland giuglianese é uno strano miscuglio di cemento e degrado. I cantieri illegali spuntano ai margini dei centri urbani, eludono i controlli, divorano le aree ancora intatte.









RIFIUTI, LO STOCCAGGIO DELLE ECOBALLE E’ LA NUOVA EMERGENZA


GIUGLIANO(ufer) – Lo stoccaggio del cdr è diventata la prima delle emergenze. Il precario equilibrio del sistema rifiuti in Campania rischia di saltare da un momento all’altro. Infatti, in attesa che vengano realizzati i termodistruttori di Acerra e Santa Maria La Fossa, le ecoballe (circa una tonnellata e 400 chili ciascuna) dovranno essere stoccate. . Poco meno di un milione di tonnellate è già in deposito, 300mila metri quadrati di terreno sono pieni. Intanto esplodono le rivolte. Oggi a Giugliano, ieri a Capua. Il combustibile derivato dai rifiuti è diventato un incubo. Si calcola che in due anni se ne accumuleranno circa tre milioni e mezzo di tonnellate. Da bruciare. La Fibe ha poco tempo per realizzare e mettere in funzione i termositruttori, investendo circa 1200 miliardi di vecchie lire con il project financing. Dagli inceneritori di Acerra e Santa Maria dipende tutto il piano Rastrelli. La Fibe è la società vincitrice dell’appalto per la gestione dei rifiuti in Campania. Della Fibe Spa , proprietà del gruppo Fiat, fanno parte altre aziende con diverse funzioni: Fisia per l’impiantistica, Impregilo per le strutture, le tedesche Babcock Borsig Power per la edificazione dei termovalorizzatori e Evo per la conduzione e gestione degli impianti.

Sei dei sette cdr sono attualmente in funzione. All’appello manca Battipaglia, che dovrà aprire a dicembre. I cdr di Pianodardine, Caivano, Giugliano, Casalduni, Tufino e Santa Maria Capua Vetere vanno quasi tutti a pieno regime. Sono un pezzo importante del sistema, ma senza tutto il resto sono destinati a bloccarsi. Innanzitutto la raccolta differenziata. Oggi potrebbe essere l’unica via di scampo all’assedio selvaggio di tonnellate di spazzatura trattate nei cdr che rischiano il sovraccarico.

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