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Omicidi, droga, racket: tredici in manette. Sgominato il clan Pianese.

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Giovedì 14 Ottobre 1999


LA COSCA, LEGATA AI MALLARDO, DETTAVA LEGGE NEL GIUGLIANESE


Cento indagati, appoggi eccellenti





QUALIANO – Una raffica di arresti per sgominare uno dei clan più potenti e temuti dell’hinterland: una cosca che aveva allungato i suoi tentacoli in diversi comuni. Le manette sono scattate per tredici camorristi, a cominciare dal capo, Nicola Pianese, 40 anni, noto come «’o mussuto», legato a doppio filo ai Mallardo di Giugliano. Pianese controllava il traffico di stupefacenti, il gioco clandestino, il contrabbando ed il racket. Chi si ribellava veniva punito, spesso con la morte. La posta in gioco era molto alta: un fiume di miliardi che veniva poi reinvestito in attività apparentemente lecite, dall’edilizia al commercio. Un’attività criminale cui hanno messo fine i carabinieri di Giugliano e del Comando provinciale a conclusione di un’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip del Tribunale di Napoli, Occhiofino. In cella anche il capoclan Nicola Pianese e due suoi luogotenenti, Domenico e Bruno D’Alterio, 30 e 47 anni: gente decisa, scaltra, che non si fermava davanti a nulla e a nessuno, potendo contare su un gruppo di fuoco spietato. Nicola Pianese era diventato capo dopo la morte di Pietro Nappo, di cui era luogotenente: una successione avvenuta al termine di un’oscura e sanguinosa lotta per il predominio sul territorio.
Gli investigatori starebbero cercando anche di ricostruire le attività del clan Pianese e la fitta rete di connivenze su cui poteva contare. Gli indagati sarebbero un centinaio. Si scava anche su diversi ex amministratori pubblici che avrebbero favorito le attività del gruppo. Le indagini si sono avvalse della collaborazione di 5 pentiti, tra cui ci sarebbe anche Salvatore Speranza. Un lavoro seguito dai sostituti della Dda, Aldo Policastro e Angelo Caputo, con il coordinamento del procuratore aggiunto Guglielmo Palmeri.
Gli altri destinatari delle ordinanze di custodia sono Armando Alderio, 31 anni, Pasquale Russo, di 34, Agostino Ciccarelli, 35 anni, Maurizio Lanna, di 32, Francesco Fusco, di 36 anni, Domenico Covino, di 20, Salvatore Campanile, di 43 anni, Domenico Cante, di 34, Pietro Castrizia, di 32 anni. È stato arrestato anche il pregiudicato Antonio Luongo, di 54 anni, da qualche giorno ricoverato presso l’ospedale Cardarelli di Napoli, dove ora si trova piantonato. Tutti debbono rispondere di associazione camorristica. Nel corso dell’operazione è stata arrestata una quattordicesima persone: un pregiudicato evaso dagli arresti domiciliari che però non c’entra con questa inchiesta e che si trovava nell’abitazione del fratello, uno dei camorristi finiti nella rete.
L’inchiesta della Dda è riuscita a ricostruire la storia recente del clan Pianese, facendo luce anche su cinque omicidi avvenuti tra il ’94 ed il ’95. Tra questi, quello di Rosario Frascogna, detto «O carusonè, ucciso in un bar di Giugliano alla fine del ’94. Frascogna, che era il cognato di Pietro Nappo, fu eliminato perché d’intralcio ai tentativi di Nicola Pianese di assumere il controllo totale dei traffici illeciti a Qualiano. La responsabilità di quei 5 omicidi, secondo carabinieri e magistrati della Dda, ricadrebbe su Nicola Pianese, il cognato Domenico D’Alterio ed il fratello Bruno. Quest’ultimo in passato era stato autista e guardaspalle di Pietro Nappo

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FRANCO BUONONATO – Il Mattino Giovedì 14 Ottobre 1999

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