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domenica, Maggio 5, 2024
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A Napoli 35 bar in pochi metri nel centro storico, appello dei residenti: “E’ l’inferno della movida”

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La movida si è trasformata in un autentico inferno per i residenti che vivono nei vicoli compresi tra piazza Dante e piazza del Gesù, e le loro lamentele non conoscono limiti quando si tratta di esprimere la frustrazione causata dai volumi assordanti degli impianti stereo e dal costante trambusto provocato dalla folla di clienti che affolla i ben 35 locali notturni, tutti ammassati in poche centinaia di metri quadrati nel cuore del centro storico. La situazione sembra essere diventata insostenibile per coloro che cercano la tranquillità in un quartiere che, invece, sembra aver perso il suo carattere pacifico e storico a causa di questa eccessiva attività notturna.

L’appello al primo cittadino

Dopo numerosi appelli alla municipalità e denunce alle forze dell’ordine i residenti, sostenuti dal Comitato vivibilità cittadina, hanno deciso di rivolgere il loro appello sotto forma di petizione, sottoscritta in poche ore da decine di cittadini, al sindaco Manfredi.
“Una serie di scellerate decisioni – è scritto nell’appello al primo cittadino – hanno trasformato questi vicoli (Cisterna dell’Olio, Via Capitelli e vico Quercia) in locande a cielo aperto che chiudono battenti ed amplificatori all’alba dopo aver costretto a notti insonni tutti noi”.
A supporto della petizione i residenti hanno prodotto dei video dove si vedono centinaia avventori dei locali stipati tra tavolini e sgabelli.
“Quando abbiamo tentato di mediare con i gestori dei bar – racconta all’Ansa uno dei residenti – ci è stato risposto che ci dobbiamo rassegnare e che il loro business, visto che sono muniti di regolare licenza, prevale sul nostro disagio. E come la mettiamo con la nostra salute visto che da anni non si dorme più?”.
I residenti sono preoccupati per la prossima apertura di nuovi locali, alcuni dei quali temono possano essere adibiti a discoteche, attività già chiuse in passato per mancanza di requisiti di sicurezza.
“Il sindaco – chiedono i residenti – deve chiarirci da che parte sta. Con i gestori dei bar che non riconoscono alcuna regola di civile convivenza o dalla nostra parte. Cittadini che confidano proprio nella pubblica amministrazione affinché quelle regole vadano rispettate”.

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