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sabato, Aprile 27, 2024
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Alessia Pifferi aggredita in carcere dalle altre detenute: tirate di capelli, schiaffi e sputi

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Alessia Pifferi, detenuta a San Vittore con l’accusa di omicidio volontario per aver abbandonato la figlia di 18 mesi, Diana, a casa da sola per una settimana, è stata oggetto di un brutale attacco da parte di altre detenute. Le carcerate, colme di ira per l’accaduto, aggrediscono la colpevole con attacchi fisici e verbali.

L’interrogatorio di Alessia Pifferi

L’aula di San Vittore ha ascoltato con sgomento le scioccanti rivelazioni di Alessia Pifferi. La piccola, già in stato di grave negligenza, è stata ritrovata senza vita nella loro abitazione di via Parea.

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Alessia Pifferi ha ripercorso le fasi precedenti e successive alla morte della piccola Diana, rivelando che non era la prima volta che la lasciava sola, seppur per brevi periodi.

Pensavo che il biberon che le avevo lasciato bastasse“, ha dichiarato la madre, aggiungendo che la bugia alla vicina di casa (a cui aveva detto di averla affidata a una babysitter) era dovuta allo shock del momento.

Durante l’interrogatorio, Alessia Pifferi ha raccontato di aver lasciato Diana da sola altre volte, ma solo per alcune ore, di sera e di notte. “La lasciavo con il biberon di latte e due bottigliette di acqua e una di tè e, quando tornavo, di solito era tranquilla che giocava nel lettino. La lavavo, la cambiavo, le davo la pappa, ma era tranquilla“.

La donna ha insistito sul fatto di aver accudito Diana come qualsiasi madre farebbe con il proprio figlio. Le forniva cibo, la cambiava, e se la piccola non stava bene, contattava l’ospedale. In un momento delicato, Pifferi ha suggerito che il suo ex compagno potesse averla influenzata nelle prime volte in cui aveva lasciato Diana sola. “Veniva anche in bagno con me, non mi staccavo mai da mia figlia“, ha ricordato la madre. “Cominciai a lasciarla da sola perché il signor D’Ambrosio mi aveva detto di lasciarla a casa da sola per andare a fare la spesa“. Durante i vari interrogatori la donna è apparsa fredda e distante.

Il procuratore ha escluso che fosse in cura per problemi psichiatrici legati alla depressione post partum, così come ha escluso che si fosse rivolta a un centro per ricevere sostegno psicologico o che facesse uso di droga.

 

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