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sabato, Aprile 27, 2024
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Blitz ai Sette Palazzi, l’ex capo ‘Frizione’ vuota il sacco:«Venivano tutti da me»

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Ha spiegato come funzionavano le piazze ai Sette Palazzi ma soprattutto fatto nomi dei suoi ex sodali e svelato omicidi. C’è questo e tanto altro ancora nei verbali di Salvatore Roselli ‘Frizione’, l’ex luogotenente degli Amato-Pagano a Scampia e da qualche mese superpentito di camorra (la notizia data in anteprima da Internapoli). Grazie a lui gli uomini della polizia di Stato hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere, due ai domiciliari e un obbligo di dimora. Il gip di Napoli Gianluigi Visco, su richiesta della Procura, ha infatti disposto l’arresto in carcere per Ivan D’Amora (luogotenente del capo Salvatore Roselli), Roberto Forino (pusher), Antonio De Sio (che acquistava grosse quantità di droga dal gruppo criminale), Carmine D’Amora (che si occupava di procurare cocaina ed eroina da vendere) e per Federico Pascale (anche lui acquirente stabile del gruppo). I domiciliari (tre i provvedimenti emessi) sono stati notificati invece a Gennaro Campitelli e a Pasquale Di Guida (entrambi acquirenti in pianta stabile). Infine il giudice ha disposto l’obbligo di dimora a Napoli per Antonio De Crescenzo (anche lui uno degli acquirenti in pianta stabile). Sono comunque i verbali di ‘Frizione’ il cuore dell’ordinanza che ha scompaginato il gruppo che in poco tempo aveva conquistato un’ampia fetta del mercato degli stupefacenti nell’area nord. Lo stesso Roselli ammette il suo ruolo nelle dinamiche dell’hinterland:«Gestivo io i rapporti con gli altri clan, venivano tutti da me».

I verbali di Frizione

Tra i profili più interessanti tracciati da ‘Frizione’ c’è quello del suo colonnello più fedele, nonchè suo genero (avendo sposato sua figlia) Ivan D’Amora:«E’ mio genero, marito di mia figlia. Quando sono stato scarcerato si occupava di perizie per sinistri stradali. Poi quando sono rientrato nel clan mi accompagnava, anche perchè era incensurato. Verso il 2018 ho fatto aprire a lui e Grieco Alessandro il punto vendita di hashish del quale ho riferito. Non è stipendiato dal clan. Nella piazza si vedeva poco e delle cessioni di occupava soprattutto Calemma Giuseppe. La piazza di riforniva dal Tenente (Mari Salvatore) della 33, dai nipoti degli Abbinante (che avevano anche buoni rapporti con Marano). lo non prendevo una percentuale, ma entrambi, usufruendo di questa possibilità che gli concedevo, erano disponibili nei miei confronti. Dopo il mio arresto. come detto, ha lasciato il punto vendita, non so se ha svolto altre attività illecite, una volta mi disse di avere un cliente dalle parti di Battipaglia al quale cedeva 150-200 grammi di cocaina che lui, a suo volta si procuravo dal fratello D’Amora Carmine».

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Il ruolo di Gennaro ‘Cioccolata’

Nei verbali Roselli traccia il profilo di altri soggetti indicati come ‘emergenti’ nella mala dell’area nord. Tra questi Gennaro Caldore conosciuto negli ambienti criminali come ‘Genny Cioccolata’. Si tratta del ras già coinvolto e condannato per il sequestro Pettirosso. Di lui Roselli dice (Caldore è solo indagato nel procedimento di cui si scrive):«Riconosco Caldore Gennaro, appartenente al clan Amato-Pagano e o me molto vicino. È stato lui  l’autore del sequestro Pettirosso. Che io sappia non è coinvolto in alcun omicidio, pure essendo molto violento. Lo conosceva Amato Raffaele Junior e la famiglia Amato-Pagano lo ha mantenuto durante tutta la detenzione. Una volta scarcerato fu messo su Mugnano ma era troppo sopra le righe per un paese tranquillo conte Mugnano e per questo Liguori Marco lo affiancò a me a Scampia. Era poco portato per la gestione degli stupefacenti, anche se a volte ha comprato dal clan per far smerciare alla sua famiglia nella sua zona di origine, Porta Capuana. Poco prima mio arresto fu messo sulla zona di Marianella e Chiaiano per conto del clan e faceva sempre capo a me».

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