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venerdì, Aprile 26, 2024
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Blitz alle Case celesti, in manette anche il reggente del clan Marino. LE FOTO

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C’è anche l’attuale reggente del clan Marino delle Case celesti nel blitz che questa mattina ha portato a tre arresti tra i palazzoni di via Limitone d’Arzano, confine tra Secondigliano e Scampia. Gaetano Magro (44enne, tra gli arrestati di questa mattina) viene considerato come particolarmente vicino a Roberto Manganiello ossia colui che aveva ereditato dai fratelli Marino la piazza, considerata un vero e proprio ‘gioiello della corona’ dal punto di vista criminale. E’ la piazza che, quando i Marino facevano parte del clan Di Lauro, fruttava anche 500mila euro a settimana. Magro sarebbe il nuovo anello di congiunzione tra il gruppo delle Case celesti e la Vanella Grassi.

Anche gli altri due arrestati sono personaggi ‘conosciuti’ alle forze dell’ordine. Raffaele Engheben, il più vecchio dei tre, è da sempre implicato nei traffici di droga. Il 53enne, un tempo vicino a Gennaro Marino, fu catturato l’ultima volta nel 2011 a Castelvolturno dalla squadra mobile.  Engheben infatti aveva affittato un appartamento in un quartiere popolare della cittadina avendo cura di scegliere una casa intestata ad una persona incensurata. Per nascondere meglio la propria presenza il boss aveva oscurato le finestre appendendo delle coperte che di sera impedivano alla luce di filtrare. Gennaro Montagna invece si è sempre occupato della vendita tra i sotterranei delle Case celesti: l’ultima volta che fu arrestato era luglio 2009.

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Nel corso dell’intervento i carabinieri della stazione di Secondigliano (guidati dal maresciallo Marco Bitetti) insieme ai vigili del fuoco sono penetrati all’interno delle palazzine e hanno smantellato cancellate e barriere utilizzate per smerciare la droga. Abbattuti cancelli e inferriate e ‘liberati’ i sotterranei del complesso di edilizia popolare. I tre arresti di questa mattina effettuati dai carabinieri giungono al culmine di indagini, avviate nel mese di settembre 2017 che hanno permesso di cristallizzare le condotte illecite dei 3 indagati. I militari dell’Arma, a seguito di difficoltosi appostamenti, anche notturni, notavano i personaggi oggi tratti in arresto accedere più volte sul tetto di un palazzo dell’insediamento popolare. Al fine di poterne accertare i movimenti all’interno del palazzo, si decideva di installare, di iniziativa, una microcamera all’interno del ballatoio che dava accesso al tetto. La microcamera autoalimentata ha ripreso gli indagati tra il 5 e l’8 settembre 2017: le immagini registrate mostrano i correi, tutti individuati, mentre tramite un sofisticato “sistema” consistente in un lungo cassone che scorreva su binari all’interno di una parete dell’ultimo piano che dava accesso al terrazzo, nascondessero ingente quantitativo di sostanze stupefacenti consistente in cocaina, eroina, crack ed anfetamine, per un peso complessivo di 5 kg. poi sequestrati dai militari dell’Arma il 9 settembre insieme alla contabilità della “piazza di spaccio”.

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