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venerdì, Maggio 3, 2024
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Cade il Governo Draghi, cosa succede ora al reddito di cittadinanza

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Oggi Mario Draghi salirà al Quirinale per dare le dimissioni e chiudere così l’esperienza del suo governo. Il premier annuncerà alla Camera il suo addio e poi andrà da Sergio Mattarella. Il quale con tutta probabilità scioglierà il Parlamento e indirà nuove elezioni per il 2 ottobre. Ma cosa succede con l’addio al governo Draghi e quali dossier dovrà gestire il nuovo esecutivo? Con il governo che probabilmente rimarrà in carica soltanto per gli affari correnti e lo sconto delle accise prorogato fino al 21 agosto, il decreto di luglio finisce svuotato. Sarà possibile recuperare gli aiuti sulle bollette ma non il taglio del cuneo fiscale né quello dell’Iva. Stop anche al Ddl concorrenza e alla riforma fiscale così come a quelle di giustizia e processi tributari. Ma soprattutto c’è l’incognita Pnrr. Per ricevere la rata da 19 miliardi di euro bisognava raggiungere altri 55 obiettivi entro fine anno. Ora il target è a rischio. Quale futuro per il reddito di cittadinanza?

Prima di tutto con l’addio del governo Draghi è quindi a rischio il decreto “corposo” annunciato dal ministro dell’Economia Daniele Franco ai primi di luglio. Con l’aumento delle entrate l’esecutivo si trovava una dotazione di 23,4 miliardi di euro. Che avrebbe consentito di replicare l’intervento sul bonus 200 euro. E iniziare la riforma del cuneo fiscale che avrebbe portato 100-150 euro in più nelle tasche dei lavoratori che guadagnano di meno. Si ragionava anche sulla possibilità di ridurre l’Iva su alcuni beni di consumo per combattere l’inflazione. Il ministro Orlando stava anche lavorando all’introduzione dei trattamenti economici complessivi come base per il salario minimo. Il taglio delle accise, come gli aiuti sulla benzina, dovrebbe essere invece ulteriormente prorogato. Nessuna correzione potrà infine scattare per il reddito di cittadinanza.

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Le parole di Draghi sul reddito di cittadinanza

«Sul salario minimo ho detto quello che dovevo dire, c’è una proposta della Commissione europea, c’è un tavolo che andrà avanti e credo si possa arrivare a una proposta di salario minimo che non veda il diktat del governo sul contratto di lavoro», ha detto il premier Draghi in replica al Senato. «Il reddito di cittadinanza – ha aggiunto – è una cosa buona ma se non funziona è una cosa cattiva». E sul super bonus: «il problema non è lo strumento, ma i meccanismi di cessione dei crediti: chi lo ha fatto, senza discernimento, è il colpevole di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna tirare fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà», ha concluso Draghi.

Reddito cittadinanza, Landini: “Referendum da chi non sa cosa sia povertà”

“Chi ha annunciato un referendum contro il Reddito di cittadinanza non sa neanche che cosa vuol dire arrivare alla fine del mese perché non ha le risorse o perché non ha trovato lavoro. Mica tutti possono andare a fare lezioni in giro per il mondo per farsi pagare perché ha fatto il presidente del consiglio dei ministri”. Lo dice Maurizio Landini alla presentazione a Catania del ‘progetto per la Sicilia’ della Cgil regionale.

 

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