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giovedì, Maggio 2, 2024
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Camorra a Giugliano. Clan Mallardo, la Dia: “Comanda sempre, ma dopo la faida è cambiato”

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E’ stata pubblicata la nuova relazione della Dia che parla, tra le altre cose, anche della faida in corso nel clan Mallardo.

La cosca di Giugliano rientra, secondo l’Antimafia, tra alcuni storici clan, che oltre a mantenere il controllo delle aree di influenza dell’hinterland napoletano, rifiutano nettamente “esibizioni” violente e in una evidente strategia di mimetizzazione, mantengono inalterata capacità di affiliazione di adepti, indiscussa forza di intimidazione ed assoggettamento esercitata sul territorio, e capacità di gestione dei grandi traffici internazionali e conseguenti investimenti in altre regioni d’Italia ed all’estero. Tra questi spiccano i MALLARDO

Il contesto criminale di alcuni comuni situati a nord del capoluogo – area da sempre distintasi per l’esistenza di equilibri, tra clan, forti e consolidati – presenta similitudini con la città di Napoli. Qui, infatti, l’intervenuta decapitazione dei vertici di determinati sodalizi e i conseguenti vuoti di potere, sarebbero alla base dei tentativi di scissione da parte di alcuni affiliati. É quanto si è registrato a Giugliano in Campania, area d’origine del clan MALLARDO, storico gruppo del napoletano, che si è trovato a dover fronteggiare le mire autonomistiche della famiglia DI BIASE, e a dover mutare la strategia che, fino ad allora, lo aveva portato ad evitare episodi eclatanti, quali omicidi e attentati 300. Allo stato, comunque, non appare compromessa la leadership dei MALLARDO, che possono contare su fedeli affiliati e su introiti illeciti provenienti da diversificate attività, anche economiche, molte delle quali gestite in altre regioni della penisola (Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio e Puglia).

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Al riguardo si evidenzia la confisca di beni eseguita a febbraio dalla Guardia di Finanza, per un valore complessivo. pari a circa 38 milioni di euro, riconducibili ad una cellula economica del clan operante nel basso Lazio ed in alcuni comuni a nord della Capitale (Mentana, Guidonia Montecelio, Monterotondo, Capena e Fonte Nuova), dove sarebbe stato messo in atto un sistematico acquisto di terreni, strumentale a speculazioni edilizie, anche grazie alla compiacenza di funzionari pubblici e politici del posto. La struttura camorristica dei MALLARDO dispone di basi operative e logistiche anche nei quartieri cittadini Vasto Arenaccia e nell’area di Secondigliano, grazie ai rapporti di decennale alleanza criminale con i clan CONTINI, BOSTI e LICCIARDI. Altrettanto saldi i rapporti con i gruppi radicati nei limitrofi comuni di Qualiano e Villaricca e con la famiglia BIDOGNETTI di Caserta. La forza del clan risiede anche nella capacità di condizionare amministratori e dipendenti pubblici, come dimostrato da un’indagine della Polizia di Stato conclusa nel mese di gennaio che, nel far luce sugli interessi dei MALLARDO nel settore del gioco e delle scommesse, ne ha evidenziato i rapporti di contiguità con due funzionari pubblici che si prestavano a rilasciare autorizzazioni per l’esercizio di sale scommesse.

 

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