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Esce dal carcere ed ottiene i domiciliari l’esponente di spicco del clan Moccia Luigi Ferrara. L’uomo dove era detenuto con l’accusa di 416 bis aggravato dal metodo mafioso nonché imputato per il delitto di omicidio commesso con finalità camorristiche.
Ferrara ha un lungo curriculum criminale. Fu arrestato la prima volta nel 2009 per commesso in concorso con Antonio Giustino (morto suicida in carcere, ndr) l’omicidio di Nunzio Esposito ad Arzano.
Per tale delitto, fu condannato all’ergastolo dalla Corte di Assise di Napoli, sentenza confermata in Assise Appello per poi ottenere uno straordinario duplice annullamento in Corte di Cassazione.
Per effetto dell’annullamento della Suprema Corte di Cassazione, Ferrara beneficiò della scarcerazione per decorrenza dei termini di custodia cautelare.
Nel 2015, a carico del imputato fù emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere poiché ritenuto partecipe al clan Moccia. In particolare secondo la DDA Napoletana, Ferrara avrebbe agito sotto la direzione di Giuseppe Angelino (detto pepp ò lup) per il quale avrebbe si sarebbe occupato di estorsione, usura, gambizzazioni, incutere timore nelle persone offese avvalendosi della forza intimidatrice del clan per conto del quale agiva.
La Terza Sezione Penale del Tribunale di Napoli, presidente Aliperti, accogliendo l’ istanza formulata dagli avvocati Dario Carmine Procentese e Claudio Davino, ha deciso disporre la scarcerazione del Ferrara sebbene a suo carico persistano gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati in contestazione.
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