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giovedì, Aprile 25, 2024
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Camorra Napoli. La faida Mazzarella-Formicola e il patto con i Rinaldi

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La Polizia di Stato della Squadra Mobile di Napoli ha dato esecuzione al decreto di fermo del P.M.
emesso dalla D.D.A. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nei confronti di
nove soggetti, tutti napoletani, ritenuti responsabili a diverso titolo di avere promosso, organizzato e
partecipato all’associazione di tipo mafioso denominata clan Mazzarella, operante prevalentemente
nell’area orientale della città di Napoli, nel quartiere San Giovanni a Teduccio. Trattasi di
MAZZARELLA Francesco, cl. ’71, BARATTOLO Francesco, cl. ’84, BONAVOLTA Luigi, cl.
’93, DONADEO Raffaele, cl. ’96, LIMATOLA Gaetano, cl. ’85, RAVOLO Giovanni, c. ’76,
RUSSO Ciro, cl. ’61, SANTANIELLO Raffaele, cl. ’92, TROISE Pasquale, cl. ’82.

In data odierna il G.I.P. del Tribunale di Napoli ha emesso ordinanza di custodia cautelare in
carcere nei confronti dei medesimi indagati, accogliendo la richiesta della locale Direzione
Distrattuale Antimafia.
L’attività investigativa realizzata dalla Squadra Mobile partenopea, coordinata dai magistrati della
D.D.A. napoletana, ha permesso di acquisire precisi indizi per i quali la suindicata organizzazione si
avvaleva della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di
assoggettamento e di omertà che ne deriva, al fine di affermare il controllo egemonico sul territorio,
realizzato anche attraverso la contrapposizione armata con organizzazioni criminose rivali e la
repressione violenta dei contrasti interni, nonché al fine di sopprimere o intimidire i soggetti che a
quel controllo si contrappongono, assicurare impunità agli affiliati attraverso una capillare rete di
appoggi e connivenze, finalizzati a prevenire interventi delle Forze di polizia e a garantire la
latitanza degli esponenti colpiti da ordini giudiziari di cattura, al conseguimento di profitti e
vantaggi attraverso la commissione di una serie di attività illecite.

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Le indagini scaturite dall’omicidio, avvenuto il 26 agosto del 2012, di Di Pede Vincenzo, affiliato al
clan Formicola, hanno consentito non solo di individuare gli autori dell’omicidio in RUSSO
Raffaele e GUADAGNUOLO Rosario, affiliati al clan Mazzarella, già condannati in primo grado,
ma anche di dimostrare l’attuale operatività del clan Mazzarella al cui vertice spicca la figura di
Francesco Mazzarella, soprannominato ‘o parente che, anche non si è mai esposto in prima
persona nelle azioni violente, ha assunto il ruolo di capo indiscusso, in virtù anche dell’investitura
che gli deriva dall’appartenenza alla famiglia Mazzarella.

Le investigazioni hanno, inoltre, accertato che l’omicidio Di Pede ha determinato una spaccatura tra
il clan Mazzarella e il clan Formicola, un tempo alleati e la nascita di una nuova alleanza tra il clan
Formicola e il clan Rinaldi.
Dal mutamento degli assetti criminali sono scaturiti alcuni episodi di violenza avvenuti negli anni
2014 e 2015, consistiti in atti di ritorsione e in reciproci agguati,chiaramente riconducibili alla faida
tra i Mazzarella e i Rinaldi/ Formicola, in considerazione delle vittime attinte, dei luoghi in cui si
sono verificati e delle modalità operative.
Dalle indagini svolte negli ultimi mesi è emerso, invece, che l’annoso scontro tra i
Rinaldi/Formicola e i Mazzarella si è acuito a causa degli arresti eseguiti nel novembre 2017 nei
confronti di numerosi esponenti del clan De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli, che hanno
comportato un mutamento degli assetti criminali e la formazione di nuove alleanze nel tentativo di
conquistare un territorio fino a quel momento appannaggio dei De Micco.
In tale ottica si spiegherebbero le azioni di fuoco e gli attentati dinamitardi commessi nell’ultimo
periodo, consistenti in esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni di affiliati alle
fazioni in lotta.
L’8 dicembre dello scorso anno in via Sorrento sono stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco
contro l’abitazione di Grassia Sergio, personaggio di spicco del clan Rinaldi.
La notte del 22/12/2017 in via Ferrante Imparato è deceduto Perna Antonio, ritenuto affiliato al clan
Mazzarella, a seguito della deflagrazione di un ordigno che la stessa vittima stava piazzando
insieme alla compagna, rimasta anch’essa ferita, nei pressi dell’abitazione di una famiglia dedita
allo spaccio di sostanza stupefacente.
Il 31 dicembre del 2017 da una perquisizione effettuata nell’abitazione di Gitano Luigi, affiliato al
clan Mazzarella sono state rinvenute 182 munizioni di vario calibro, un silenziatore ed un impianto
di video sorveglianza, oltre che uno sgabello nei pressi della finestra, a dimostrazione che al
momento dell’intervento della Volante l’uomo era in compagnia di altre persone poi scappate.
Lo stesso giorno è stato ferito a causa dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco un bambino di 12
anni, che si trovava in zona San Giovanni a casa di parenti per festeggiare il Capodanno. Da una
prima ricostruzione risulta che ad esplodere i colpi siano stati 4 soggetti, con volto travisato, che
avrebbero indirizzato gli stessi all’indirizzo dell’abitazione del citato Grassia Sergio.
Il 14/1/2018 l’abitazione di Donadeo Maurizio, affiliato al clan Mazzarella, è stata oggetto
dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco.
Tali episodi rappresentano la chiara dimostrazione dell’attuale operatività delle organizzazione
criminali in lotta e dell’impegno profuso dagli affiliati nella guerra per il controllo della attività
illecite.

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