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venerdì, Marzo 29, 2024
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Trovato il tesoro della camorra a Rimini, in manette anche il cognato del pentito Sarno

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Scoperto il tesoro della camorra a Rimini, in manette anche il cognato di Vincenzo Sarno. Stamane all’alba i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, con la collaborazione del Gico di Bologna e dei colleghi di altri 14 Comandi Provinciali, hanno dato l’avvio ad una vasta operazione di polizia denominata Darknet.

I finanzieri sono entrati in azione in Emilia Romagna ed in contemporanea in Campania, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Basilicata e Piemonte. Disarticolata un’associazione criminale di matrice camorristica con base a Cattolica. Scoperte, inoltre, le ramificazioni e gli interessi economici anche a Avellino, Napoli, Salerno, Potenza, Matera, Pesaro-Urbino, Forlì, Cesena, Parma, Torino, Milano.

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I CLAN DI CAMORRA

Al vertice c’erano uomini legati ai clan dei Sarno e dei Casalesi, rispettivamente egemoni sul quartiere Ponticelli e nell’Agro Aversano. Trecento militari della Guardia di Finanza hanno dato esecuzione in 15 province a 80 perquisizioni e ad un’ordinanza emessa dal Gip presso il Tribunale di Bologna. I militari coordinati e diretti dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna,

LE MISURE CAUTELARI

Disposte misure cautelari nei confronti di 9 persone (5 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora) per i reati di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Coinvolte a vario titolo anche 55 persone. Reati aggravati per alcuni di loro dal fatto di averli commessi al fine di agevolare i rispettivi clan di appartenenza.

Nel contempo le Fiamme Gialle hanno dato seguito all’esecuzione di un decreto con il quale lo stesso GIP ha ordinato: il sequestro preventivo, in 11 province, delle quote sociali e dei beni aziendali di ben 17 imprese. Tutte ritenute infiltrate dalla criminalità organizzata e fittiziamente intestate a soggetti prestanome.

IL RICICLAGGIO E LE ATTIVITÀ COMMERCIALI INFILTRATE DALLA CAMORRA

Si tratta di attività operanti nei settori edilizia, ristorazione, commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, sale gioco, impiantistica, noleggio auto, il tutto per un valore complessivo stimato di 30 milioni di euro. Inoltre eseguito il sequestro per equivalente in ordine ai reati di riciclaggio e corruzione di ulteriori beni e disponibilità per un valore di circa un milione di euro.

Le complesse indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Rimini, partite dalla città di Cattolica, dove risultano domiciliati diversi esponenti della criminalità organizzata campana e i loro familiari.

Investigazioni avviate nel novembre 2017 sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Rimini e successivamente, atteso il coinvolgimento della criminalità organizzata, trasferite per competenza alla Procura distrettuale di Bologna, Pubblico Ministero Marco Forte.

LE INDAGINI

Dalle investigazioni emerge l’esistenza di una compagine criminale stabilmente stanziata nella provincia riminese, al cui interno si evidenziano in posizione di predominio:
Giovanni Iorio, destinatario dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, pluripregiudicato, sorvegliato speciale, cognato di Vincenzo Sarno, quest’ultimo a capo oggi collaboratore di giustizia.

Luigi Saverio Raucci, destinatario di ordinanza di custodia in carcere, pluripregiudicato, gravato da 4 condanne definitive per reati contro la persona e in materia di armi. Lui è il genero di Enrico Zupo, pluripregiudicato, gravato da condanne definitive, per complessivi 25 anni di reclusione, per traffico di stupefacenti, indiziato di appartenere al Clan dei Casalesi, nonché cugino di Giovanni Iorio.

Antonio De Martino, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, definito volto pulito dell’associazione. Era incaricato della gestione delle diverse  società operanti nel settore dell’impiantistica industriale, di cui Iorio e Raucci erano soci occulti ed effettivi dominus.

I DUE LIVELLI 

Il primo livello costituito da coloro che avrebbero posto la propria attività al servizio del sodalizio nella consapevolezza della correlazione funzionale con gli obiettivi dello stesso. Ovvero Salvatore Zupo (destinatario di o.c.c. in carcere), Francesco Cercola (destinatario o.c.c. in carcere), Pasquale Coppola (agli arresti domiciliari), Tania Ginefra (agli arresti domiciliari).

Il secondo livello è invece costituito da tutti quei soggetti, oltre 30, che si sarebbero prestati nell’attività illecita specie di interposizione fittizia, ma dei quali non vi è certezza
della partecipazione al sodalizio criminale. Trattandosi di persone reclutate all’occorrenza per ragioni di parentela o vicinanza con i singoli indagati. Come nel caso di Paola Signorino (incaricata di pubblico servizio, agli arresti domiciliari) e Gennaro Stapane (destinatario di obbligo di dimora).

L’EVOLUZIONE DELLA CELLULA CRIMINALE DELLA CAMORRA

Le indagini hanno reso possibile documentare le fasi evolutive della cellula criminale della camorra, che in breve tempo, al fine di agevolare l’operatività dei clan camorristici.

  1. E’ riuscita  infiltrarsi nell’economia legale della Romagna e aree limitrofe, controllando diverse attività economiche in diversificati settori imprenditoriali. Come l’edilizia, la ristorazione e l’impiantistica industriale, drenando risorse mediante fatturazioni per operazioni inesistenti tra le società a loro riconducibili.
  2. Asservire la funzione pubblica di due incaricati di pubblico servizio, agli scopi dell’organizzazione criminale, per l’acquisizione illegale di appalti pubblici;
  3. Reinvestire e auto-riciclare in attività imprenditoriali, immobiliari e finanziarie, ingenti somme di denaro derivanti da attività delittuose;
  4. Intestare a terzi ingenti patrimoni e attività commerciali frutto di attività estorsive e dello spaccio di stupefacenti;
  5. affermare il proprio controllo egemonico sul territorio basso romagnolo e potentino, attraverso la repressione violenta dei contrasti interni.
  6. In particolare, è emerso che Giovanni Iorio e Luigi Saverio Raucci, nonostante un apparente situazione reddituale insufficiente a soddisfare i fabbisogni primari. In realtà manifestavano un’elevata disponibilità economica derivante dalla loro partecipazione occulta in numerose società operanti nei più disparati settori economici e formalmente intestate a prestanome. Come chiarito dalle intercettazioni telefoniche e ambientali.
  7. Con la connivenza del commercialista Pasquale Coppola indagati drenavano gli utili mediante emissione di fatture per operazioni inesistenti per centinaia di migliaia di euro. Successivamente prelevano in contanti dai pagamenti ricevuti.

LE GARA D’APPALTO

Infine società riconducibili a due pregiudicati erano riuscite ad ottenere l’esecuzione di lavori pubblici all’interno della Stazione Sperimentale per l’industria delle Conserve Alimentari di Parma. Scoperte pratiche corruttive e alterando le gare d’appalto. Fondazione pubblica interamente controllata dalla Camera di commercio.

I proventi illeciti venivano riciclati utilizzando una sala giochi e scommesse a Cattolica,
riconducibile sempre agli indagati principali, ma gestita formalmente da Ginefra. Quest’ultima al fine di riciclare le somme provenienti dai reati in contestazione aveva in più circostanze simulato vincite al gioco.

IL VIDEO

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