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mercoledì, Maggio 15, 2024
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«Cattivo come il padre», il nipote del boss Lo Russo nelle parole del superpentito

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Tra coloro che recentemente hanno deciso di collaborare con la giustizia il profilo sicuramente più importante è quello di Carlo Lo Russo ex reggente del clan che porta il suo nome dalla fine degli anni Novanta fino al 2015. Nell’estate del 2016 la decisione che scuote come una bomba l’intera Miano: Zì Carlo segue le stesse orme del fratello Salvatore e vuota il sacco. Tra i suoi racconti c’è un passaggio particolarmente significativo che evidenzia come il gruppo dei ‘capitoni’ anche tra consanguinei non fosse proprio compatto come voleva mostrare all’esterno. Significativo è il profilo fatto da Carlo di suo nipote Vincenzo, figlio di suo fratello Domenico contenuto nei verbali dell’Antimafia:«È mio nipote di cui ho parlato a proposito del pane, imponeva il pane da tutte le parti. È un ragazzo che considero cattivo come il padre, ho parlato con la madre Giulia avete sentito la conversazione ed ho chiarito con lei che il figlio doveva darmi quello che mi spettava. Poi lui ha parlato con Giulio e si sono accordati per la somma di 1000 euro al mese».

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