Chiusura locali della movida a Napoli, de Magistris-De Luca: se non è scontro, poco ci manca. Fanno discutere infatti le dichiarazioni del sindaco di Napoli, che nelle scorse ore ha definito “come sfogliatelle” le ordinanze “sfornate” dal Presidente della Regione Campania. Nello specifico, per de Magistris è sbagliato chiudere i locali della movida alle 23.00, come previsto dall’ordinanza regionale per il contenimento del contagio da Covid-19.
Chiusura locali della movida a Napoli e in Campania, l’ordinanza di De Luca
Seppur con delle limitazioni, a Napoli e in Campania è ripartita anche la movida. Si è tornati a mangiare al ristorante dopo due mesi di blocco per il Coronavirus, ma i locali del by night, come bar, “baretti”, vinerie, gelaterie, pasticcerie, chioschi ed esercizi di somministrazione ambulante di bibite, dovranno chiudere alle ore 23. Vietati eventi e party in sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, che possono costituire pericolo di contagio. Nessun limite orario invece per i ristoranti e le pizzerie.
Chiusura locali della movida a Napoli, la risposta di de Magistris: “Ordinanze per apertura h24”
“Non possono esserci ordinanze che i presidenti di Regione sfornano come sfogliatelle – ha dichiarato ieri de Magistris – possono avere tutte le competenze del mondo, ma non sanno nulla di mercati, mobilità, commercio, visione di città”.
“Se chiudi i locali alle 23 di sera tutti i giorni e il fine settimana, questi ragazzi dopo le 23 che fanno? Continuano a girare – spiega il primo cittadino – . Noi dobbiamo fare esattamente il contrario: recuperare gli spazi pubblici, garantire che le persone si riuniscano h24, nel rispetto delle regole, negli orari che vogliono”.
Il post su Facebook del Governatore della Regione
“Mesi di chiusure, di relazioni interrotte che hanno pesato su ognuno di noi. C’è voglia di uscire, di respirare. Ma questa epidemia – aggiunge De Luca – ha cambiato il mondo, la gerarchia dei valori, la sensibilità delle persone. E non potrà essere messa tra parentesi ma ci obbliga a qualche riflessione più di fondo. Occorre abituarsi a pensare che nulla potrà tornare puramente e semplicemente come era prima“.
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