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Colpo alla camorra di Casoria, 6 arresti nella nuova costola dei Moccia: ricostruita la faida

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Sono tutti accusati di associazione camorristica, droga, armi, estorsione e tentata estorsione. Sono i ‘nuovi Moccia’ contro i quali la scorsa notte sono scattati sei fermi ad opera della squadra mobile del capoluogo partenopeo su mandato della Dda. In manette Salvatore Barbato, Salvatore Ambrosio, il capozona Mauro Franzese, Vincenzo Rullo, Salvatore Iorio e Jonathan Piglia. Il fermo di circa 170 pagina chiarisce quali sono le dinamiche del nuovo gruppo retto da Franzese, storico esponente della cosca di Casoria e Afragola e soprattutto i ruoli. Ricostruito anche un episodio estorsivo ai danni di una famosa azienda, episodio avvenuto ad inizio anno.

Tra i fermati c’è anche il ras Salvatore Barbato, vittima di un agguato qualche settimana fa. Totor ‘o can. Fu colpito n via Salvo D’Acquisto a Casoria insieme al suo guardaspalle. Il 56enne è ritenuto uno dei capi del gruppo autonomo del clan Moccia. Il pentito Michele Puzio ha parlato di Totore o’ cane in un verbale del febbraio del 2020 rilasciato ai magistrati della Procura di Napoli.

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Dall’ascesa del ras Franzese all’agguato contro Barbato a Casoria

“Comandavo a Casoria e mi aiutava”, il ruolo del ras Salvatore Barbato

“Lo conosco è Salvatore detto ‘o Cane. E’ un soggetto affiliato al gruppo dei Franzese operante in Casoria che faceva capo a Mauro Franzese, i quali sono autonomi nella commissione dei reati come le estorsioni ma sono una cosa con il clan Moccia. A volte quando avevamo bisogno di facce pulite per fare estorsioni ad Afragola ci prestavano loro uomini. –  continua Puzio nel verbale  – Con me faceva anche estorsioni. Quando venne arrestato Mauro Franzese, parecchi anni fa, su Casoria gestivo e comandavo io e mi aiutava Salvatore Barbato nella commissione delle estorsioni sia su Casoria che su Arzano”.

Intanto i carabinieri hanno già provveduto a interrogare il guardaspalle Mauro Sorrentino, anche lui ferito, che ha detto di non aver visto coloro che hanno fatto fuoco. Gli investigatori sono convinti che non dica la verità poiché sia lui che Barbato, vero obiettivo dei killer, sono scappati cercando riparo in un condominio. Anche il portone d’ingresso dello stabile è stato centrato da numerosi proiettili.

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