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venerdì, Maggio 17, 2024
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Concorso flop per il Pronto soccorso in Campania, su 363 posti si presentano solo 62 candidati

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La situazione nei pronto soccorso della Campania è sempre più allarmante, con una fuga di medici in corso e una scarsa attrattività per nuove assunzioni. Il recente concorso regionale per la copertura di 363 posti di dirigente medico in medicina d’emergenza urgenza ha rivelato cifre sconcertanti: solo 62 candidati si sono presentati, di cui solo 19 specialisti e 43 specializzandi. Questo numero è ben lontano dal soddisfare il fabbisogno necessario.

La mancanza di interesse verso il servizio sanitario nazionale è attribuita principalmente ai carichi di lavoro e alle retribuzioni poco allettanti, attorno ai 2500 euro al mese, considerando i turni estenuanti che i medici devono affrontare.

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Persino le borse di studio nell’ambito dell’emergenza urgenza rimangono deserte, segno di un problema strutturale che non riguarda solo la Campania, ma tutto il territorio nazionale.

Carenza di personale nei pronto soccorso

Ad agire come deterrente aggiuntivo a una situazione già complessa, è il rischio di aggressioni nei pronto soccorso, rendendo la professione ancora meno attraente per i giovani medici.

Il presidente De Luca aveva definito il concorso come “ultimo tentativo” per affrontare la carenza di personale medico, ma i risultati deludenti evidenziano la necessità di strategie più efficaci per affrontare questa crisi. L’utilizzo di cooperative private, sebbene costose, potrebbe essere una delle soluzioni temporanee adottate, ma è necessario un approccio più ampio e sostenibile per garantire un servizio sanitario efficiente e sicuro per tutti i cittadini.

Non si sorprende del flop del concorsone Bruno Zuccarelli, segretario regionale Anaao Assomed: “È come quando uno gioca al Superenalotto con la speranza di vincere. È la cronaca di una morte annunciata, una situazione generale di crisi, non solo campana, che al Nord stanno risolvendo facendo ricorso alle cooperative private che costano molto di più“.

È una situazione destinata ad aggravarsi ora che in tutt’Italia andranno in pensione 90 mila medici e 70 mila infermieri“, aggiunge Nicola Di Donna, segretario generale Uil Fpl.

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