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mercoledì, Maggio 22, 2024
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Contrabbando di sigarette, il patto tra i Di Lauro e i bulgari in un summit: prodotte oltre 400 casse al giorno

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Estorsioni a tappeto per finanziare il business delle sigarette di contrabbando. Questa la decisione che prese Enzo Di Lauro. L’affare fu reso possibile grazie ad un canale bulgaro che riforniva il clan di Secondigliano di tabacco di bassa qualità. Le intercettazioni eseguite dalla Guardia di Finanza di Nola hanno permesso di documentare una riunione, tenutasi in Italia il 20.10.2018, organizzata Vincenzo Di Lauro e Raffaele Rispoli alla quale parteciparono esponenti di rilievo della criminalità bulgara, finalizzata all’avvio di un canale d’importazione di tabacchi lavorati esteri di contrabbando e alla realizzazione di una fabbrica clandestina in Italia.

I carichi di tabacchi arrivavano in Italia attraverso tir guidati spesso da cittadini stranieri. Ad Acerra era stata realizzata una fabbrica dove il tabacco trinciato essiccato e sminuzzato veniva poi lavorato in pacchetti col marchio contraffatto ‘Regina rosse’ o ‘Diana’. Da una prima stima venivano prodotte addirittura 400 casse di sigarette al giorno. A finanziare quella fabbrica, secondo i magistrati, c’era anche Tony Colombo.

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Siamo alla fine del 2018, le attività investigative fanno emergere strani “movimenti”: il gruppo guidato da Raffaele Rispoli si sta rifornendo di attrezzature e materiali per produrre sigarette. La Guardia di Finanza riesce a monitorare un incontro ad Acerra, in via Varignano, altezza civico 62, dove c’è il capannone che sarebbe diventato la sede della fabbrica; partecipano appartenenti al gruppo e un bulgaro, referente in Italia dell’organizzazione bulgara che sarebbe stata socia di Di Lauro nell’affare.

Per l’affare Tony Colombo e Tina Rispoli avrebbero partecipato, in qualità di finanziatori, con 35mila euro, tramite Raffaele Rispoli. Il coinvolgimento del cantante emerge però anche da altre circostanze: ha cercato un altro capannone nei dintorni di Roma, per gli inquirenti anche quello da usare per le sigarette, ed è stato intercettato mentre parla con Raffaele Rispoli della fabbrica di Acerra. In una conversazione i due si accordano sul versamento di 5mila euro, che il cantante lascia in casa affinché l’altro passi a ritirarli successivamente.
Il 7 dicembre 2018, però, nel capannone di Acerra fa irruzione la Guardia di Finanza e viene tutto sequestrato: si tratta della prima fabbrica di sigarette abusiva scoperta nel Napoletano.

Lo stesso giorno Colombo invia dei messaggi a Rispoli: “Rafe’ ho visto… siamo in tv, passa se puoi”. I coniugi parlano poi del sequestro, sempre tramite chat, non capacitandosi di come le forze dell’ordine abbiano trovato il capannone. Lui le manda la foto di un articolo di giornale, lei chiede: “Sei sicuro che è quello?”. E lui: “Si, il capannone è Acerra”. Successivamente Colombo invia dei messaggi anche a Stefano Garnier, suo manager dell’epoca. “Abbiamo perso tutto, pure gli occhi”, gli dice. E, quando lui gli chiede se fosse anche lui coinvolto, il cantante risponde: “E certo”.

Al momento dell’irruzione, i finanzieri trovarono circa 30 tonnellate di tabacco lavorato estero, altre materie prime (filtri, cartine e materiale di confezionamento), prodotti necessari per la lavorazione, nonchè costosi e performanti macchinari per la fabbricazione. 12 persone furono  arrestate e condotte nelle carceri di Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere mentre le attrezzature e le materie prime utilizzate per la fabbricazione illecita sono state sottoposte a sequestro.

Secondo la Finanza la produzione delle sigarette era monomarca, individuata nelle ‘Regina’ che una volta immesse sul mercato avrebbero fruttato circa 5 milioni di euro.

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