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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Coronavirus, c’è il primo detenuto morto in Italia. Esposito (Sarap): “Ci sono anche 116 penitenziari positivi

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E’ morto all’ospedale Sant’Orsola di Bologna un detenuto positivo al Covid 19. E’ la prima vittima tra i reclusi. A quanto si apprende da fonti penitenziarie l’ uomo era agli arresti domiciliari presso il nosocomio.

L’uomo, un italiano di 77 anni, era ricoverato da giorni nell’Unità operativa Medicina d’Urgenza del Sant’Orsola. Durante il ricovero era stato sottoposto a tampone naso-faringeo che aveva dato esito positivo.

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Comunicato Sarap, Segretario Roberto Esposito
“Ormai è ben noto che il Covid-19 è riuscito a penetrare anche negli istituti penitenziari.
Sono ben 116 gli agenti riscontrati positivi da tampone e 19 i detenuti, tutti in isolamento.
I primi in isolamento fiduciario presso i proprio domicili, tra cui 17 ricoverati in ospedale perché casistiche un po’ più complesse con bisogno di accudimento medico mentre per quanto riguarda i detenuti sono posti in sezioni di isolamento in camera singola e bagno in camera per evitare qualsiasi contatto, queste sono sezioni solitamente utilizzate per allontanare chi sottoposto a sanzione disciplinare per comportamenti scorretti. L’avviso del S.A.R.A.P è che questi numeri sono da non sottovalutare, soprattutto se si considera che solo da poche settimane sono state emanati procedimenti da adottare negli istituti e quindi considera questo solo il preludio dei contagi che ci saranno da qui alla data in cui finalmente potremmo riuscire a trovare un vaccino e sconfiggere definitivamente questo virus. Basti pensare che le sezioni di isolamento sono relativamente poche negli istituti per poter contenere un numero gravoso di ammalati, ad oggi 10.000 unità in più a quelle previste sono i numeri dei ristretti negli istituti, quindi con un tasso di sovraffollamento tale che permette di poter tenere isolati solo una piccola parte della popolazione detenuta ed inoltre tra i ranghi della polizia penitenziaria sono anni che il corpo riscontra una forte carenza di personale, che in questa situazione si ingrandisce maggiormente”.
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