La comunità scientifica lancia l’allarme: il Vibrio vulnificus, noto anche come batterio mangiacarne sta diventando una minaccia sempre più concreta.
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti hanno ribadito che le persone con condizioni di salute preesistenti come malattie epatiche, diabete o stati di immunocompromissione dovrebbero prestare particolare attenzione durante le attività in acque costiere, poiché più vulnerabili alle infezioni.
Nel 2025, solo in Florida, il batterio mangiacarne ha già causato la morte di quattro persone su un totale di 11 casi.
Come si trasmette il batterio mangiacarne
A differenza di altri Vibrio, che si trasmettono attraverso il consumo di alimenti contaminati (come molluschi crudi), il Vibrio vulnificus infetta attraverso il contatto tra acqua salata e ferite aperte. Solo nel 10% dei casi l’infezione avviene per via alimentare.
«Evitate l’acqua salata e salmastra in caso di ferite aperte o tagli. Se vi tagliate mentre siete in acqua, uscite immediatamente dall’acqua. Se ferite aperte e tagli potrebbero entrare in contatto con acqua salata, salmastra o frutti di mare crudi o poco cotti, copriteli completamente con una benda impermeabile; lavate accuratamente ferite aperte e tagli con acqua corrente pulita e sapone dopo che sono entrati in contatto con acqua salata, salmastra o con il grasso di frutti di mare crudi o poco cotti; cuocete ostriche e altri molluschi crudi prima di consumarli; lavatevi sempre le mani con acqua e sapone dopo aver maneggiato molluschi crudi; consultate immediatamente un medico in caso di ferite infette», le raccomandazioni del CDC ai cittadini.
Il periodo di incubazione è breve, l’infezione può manifestarsi con gravi lesioni cutanee, bolle emorragiche e necrosi. Le ferite richiedono spesso terapie intensive o interventi chirurgici di rimozione dei tessuti colpiti.
Il batterio mangiacarne in Italia
Il virologo Fabrizio Pregliasco, insiste sulla necessità di non fare terrorismo ed evitare allarmismi inopportuni. «In Italia il Vibrio vulnificus è presente in alcune zone acquose, negli acquitrini. I casi segnalati sono rari, ma non è escluso che» con il riscaldamento globale «un aumento delle temperature possa spingere il microrganismo a proliferare nelle acque del Mediterraneo». «Ad oggi il messaggio deve limitarsi a un invito all’attenzione all’igiene personale», sottolinea.