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venerdì, Marzo 29, 2024
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Da “bollito e pensionato” a Napoli a Re d’Europa, la rivincita di Carlo Ancelotti: “Andai via per colpa del ritiro”

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“Ma chi l’avrebbe detto mai?” recita una canzone di Gianni Morandi, colonna sonora perfetta di uno dei film più emozionanti nella storia della Champions League. Attore protagonista Carlo Ancelotti, fautore di un’impresa alla quale probabilmente solo lui ed i suoi giocatori credevano. Con la vittoria in semifinale per 3-1 dopo i supplementari sul Manchester City (4-3 all’andata per la squadra di Guardiola), il tecnico del Real Madrid è il primo allenatore a raggiungere cinque finali di Champions League – dopo quelle con il Milan nel 2003, 2005, 2007 e sempre con i merengues nel 2014 – superando Marcello Lippi, Alex Ferguson e Jurgen Klopp con quattro presenze a testa. Insomma, il gotha d’Europa.

E pazienza se i detrattori diranno che quest’approdo è stato tra i più fortunati della storia. Dimenticano che il tecnico di Reggiolo ha incrociato anche Paris Saint Germain e Chelsea nella fase a eliminazione diretta e se la vedrà con il Liverpool in finale. Ad ogni modo, è indubbio che per raggiungere la finale di Champions nel modo in cui l’ha agguantata il Madrid debba volerci un bella dose di fortuna, ma sarebbe intellettualmente disonesto non sottolineare il grande lavoro di Ancelotti sulla panchina madrilena.

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“Per i calciatori del Real, Ancelotti è il migliore al mondo”

Josep Pedrerol, conduttore del popolare talk spagnolo Ciringuito Tv, ieri sera ha detto: “Tutti i giocatori del Real danno i meriti ad Ancelotti, dicono: ‘Abbiamo il miglior allenatore del mondo’. Questa partita e in questa Champions ha dimostrato davvero di essere il migliore. Ha eliminato: Psg, Chelsea e City, questa non è fortuna. Vinicius con Ancelotti è migliore di quello che era, Benzema fisicamente sta meglio come non mai, Modric rispetto all’anno scorso sembra avere 25 anni. Di chi è il merito? Di Ancelotti e del preparatore Pintus? E’ di tutto lo staff tecnico che è spettacolare, compreso suo figlio Davide che è molto bravo. Grazie ad Ancelotti questa squadra sta molto meglio dell’anno scorso, giocatori che sembravano morti con Ancelotti corrono come non mai. Non è fortuna, il massimo rispetto per il miglior allenatore del mondo in questo momento“.

Ancelotti ed il Napoli

Dichiarazioni che fanno un certo effetto se paragonate a quelle che venivano fatte su Ancelotti quando sedeva sulla panchina del Napoli. Per alcuni era “venuto a prendersi la pensione”, per altri non era in grado di vincere senza “uno squadrone”. Eppure il Carletto nazionale ha portato in finale di Champions (battendo PSG, Chelsea e City) il Real Madrid più modesto tecnicamente degli ultimi anni. La doppietta decisiva ieri sera l’ha segnata Rodrygo, un classe 2001 certamente dal grande potenziale, ma che ad oggi non è un giocatore capace di fare da solo la differenza e che fino a prima dell’approdo del tecnico sulla panchina madridista era stato addirittura reso cedibile dalla società. In un’intervista con Jorge Valdano (Movistar+) prima della semifinale di Champions contro il City, l’allenatore del Real Madrid ha parlato della sua esperienza a Napoli. Per Ancelotti il problema con la società è stato il famoso ritiro da cui poi è scaturito l’ammutinamento: “Avevo una buona  squadra, abbiamo fatto molto bene nel primo anno. Nella seconda stagione il cammino in Champions era buono, ma a dicembre il club non era contento. Abbiamo avuto una piccola discussione su un ritiro che io non volevo, ma loro sì. Alla fine il club non era contento e ci siamo separati senza  conflitti. Tre giorni dopo ero all’Everton. Non amo i contrasti, non mi piace avere discussioni”.

Dichiarazioni che confermano quanto riportato all’epoca dell’ammutinamento in casa azzurra che fece tanto discutere, e che creò la prima frizione tra Adl e Ancelotti, seguita poi dall’esonero.

Il bilancio di Ancelotti resta positivo: “Sono stato bene a Napoli, ho avuto la possibilità di tornare in Italia. Non posso dire nulla di negativo su un club che non era tra i più grandi ma che si trova sempre tra le prime quattro posizioni che valgono la Champions. L’esigenza della società è questa, stare tra le squadre di vertice. De Laurentiis? E’ un personaggio molto ironico, simpatico, sono stato bene con lui e ci siamo separati senza problemi. Semplicemente non aveva più fiducia in me. In campionato non stavamo andando bene, in Champions sì, ma l’obiettivo non era quello, era il campionato”.

Carletto merita fiducia, sempre

Cosa vuol dire questo? In primis, se ti chiami Carlo Ancelotti e sei l’allenatore più vincente nella storia della Champions League (un motivo ci sarà), la società per cui lavori farebbe bene ad assecondare le tue richieste sul mercato e metterti a disposizione una squadra adatta al tuo modo di giocare. Esempio lampante l’esplicita richiesta di acquistare James Rodriguez quando allenava il Napoli, ma dopo una telenovela durata tutta l’estate si concluse con un nulla di fatto. Un altro punto da sottolineare quando si parla di Ancelotti è la frenesia con la quale gli vengono chiesti i risultati. Avere un allenatore del suo calibro sulla panchina è un polo attrattivo per i più grandi campioni, ma di certo non ha la bacchetta magica per trasformare l’acqua in vino (anche se dopo ieri sera, il dubbio ci viene). Come a tutti i tecnici gli va dato tempo, fiducia e tranquillità per lavorare bene e – la carriera parla per lui – vedrete che i risultati arriveranno.

 

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